Oggi vediamo come scegliere la migliore aranciata, analizzando quali sono i prodotti disponibili sul mercato.
L’aranciata, per alcuni, sinonimo di succo d’arancia. Per altri, semplicemente, una piacevole bevanda frizzante. La bevanda oggi conosciuta come aranciata viene ideata negli anni 40 e si diffonde rapidamente in tutto il mondo, per essere poi riprodotta in diverse declinazioni da numerose aziende.
L’arancia. Uno tra i prodotti della nostra terra più esaltato per le sue doti benefiche, per le tante proprietà e, soprattutto, per la varietà di usi che è possibile farne. Una bella arancia sa evocarci distese coltivate, puntellate di bassi alberi abbronzati dal sole del sud, bucolici scorci di un paesaggio tipicamente mediterraneo e caratteristico delle regioni meridionali del nostro paese. Trattasi di un frutto probabilmente originario della Cina, nato si pensa come ibrido tra il mandarino e il pomelo ed in seguito sviluppatosi autonomamente. L’arancio appartiene al genere Citrus, ed è classificato come Citrus Sinensis. Per chi non ne fosse al corrente, parliamo di arancia in riferimento al frutto dell’albero dell’arancio, utilizzando nel primo caso il femminile, nel secondo il maschile.
In alcuni testi romani si ritrovano riferimenti all’arancia, che sarebbe stata coltivata in Sicilia per un tempo abbastanza lungo. In seguito, probabilmente dopo un periodo di minor “successo” del frutto, l’arancia è tornata nel nostro paese probabilmente riscoperta dai marinai portoghesi, riprendendo piede in Sicilia. Sull’etimologia del termine “arancio” ci sono da fare alcune osservazioni. Gli arabi hanno due termini per definire le arance: burtuqāl, che fa riferimento all’arancia dolce, e nāranğ che è invece utilizzato per l’arancia amara. Il primo sembra ricollegarsi ad ascendenze etimologiche greche, ed è oggi il più usato: non a caso in alcuni dialetti del nostro paese (come in campania), le arance sono conosciute con il nome di “purtualli”.
Da nāranğ sarebbe invece derivato l’odierno “arancio”.Oggi l’arancio è comunque coltivato in diversi paesi del mondo, esportato da Colombo nelle Americhe anni addietro. Abbondano anche le varietà, che si contano a centinaia. L’albero di arance, detto appunto arancio, ha un’altezza piùttosto contenuta, che raggiunge i 12 metri, e può ospitare una notevole quantità di rotondi e succosi frutti, caratterizzati dalla tipica buccia leggermente ruvida. La raccolta dei frutti, a seconda delle varietà, può avvenire da novembre a giugno.
Spremuta d’Arancia o Aranciata
Cominciamo la nostra guida con una spinosa questione. Un dibattito che sussiste o meno? Probabilmente stiamo parlando di due bevande agli antipodi. In questa breve guida dedicata all’aranciata, tuttavia, non può mancare una legittima parentesi dedicata al succo d’arancia ed alle sue proprietà benefiche. Il succo d’arancia, infatti, non solo costituisce dal 12% in poi delle componenti dell’odierna aranciata, ma dà anche il nome alla stessa bevanda, anche se poi non si tratta della stessa cosa.
Il succo d’arancia è il succo che è possibile ricavare dalla polpa del prelibato frutto che abbiamo in precedenza descritto. Polpa che, in molti casi, ci consente di produrre (artigianalmente, ovvero a casa nostra) una notevole quantità di spremuta, arrivando a riempire un bicchiere con circa 3 arance di medie dimensioni. Questo succo, principalmente se spremuto direttamente dalle arance piùttosto che acquistato, presenta una serie di proprietà che lo rendono particolarmente benefico per la nostra salute. Anzitutto l’elevato contenuto di Vitamina C, che è un immunostimolante, o di Vitamina P. Diversi studi hanno infatti mostrato come mangiare arance o bere spremuta si riveli infatti utile per il nostro sistema immunitario, aumentando la resistenza ad infezioni e malattie.
Un’arancia contiene inoltre numerosi sali minerali: calcio, magnesio, bromo, zinco, ferro, zolfo e rame. Opera anche un’azione di tipo preventivo contro il cancro e, grazie alla pectina (un particolare tipo di fibra) è in grado di abbassare il livello di colesterolo.
Inoltre, e questo per alcuni potrebbe essere un fattore importante, l’arancia non contiene zuccheri.
Una spremuta d’arancia può esser consumata in diversi modi: zuccherata, allungata con acqua e con l’aggiunta di zucchero oppure al naturale, ed in questo caso potrà risultare leggermente più aspra. In commercio si ritrovano diverse varietà e marche di succo d’arancia, ma è bene sempre, se puntiamo alla qualità, leggere l’etichetta e verificare l’effettivo contenuto di succo d’arancia nella nostra bevanda.
Caratteristiche
Che si tratti di spremuta o di bibita gassata, l’arancia, con il suo vivo e colorato immaginario, accompagna le
nostre giornate in tanti modi. La bevanda conosciuta come aranciata, o aranciata frizzante, è chiamata dagli americani “orange soft drink” ed “orangeade” dagli inglesi, ed è una bevanda fresca e dissetante, oggi particolarmente diffusa e prodotta nel settore delle bibite. I suoi ingredienti principali sono il succo d’arancia, l’acqua, l’anidride carbonica e lo zucchero (non presente nelle versioni light). Il parametro che consente di definire aranciata una bevanda è la percentuale, secondo la legislazione italiana, di succo d’arancia presente nella bevanda. Questa percentuale non può scendere nel nostro caso sotto la soglia del 12%. Molti produttori, tuttavia, si limitano ad attestarsi a quel 12.
Per tanti l’aranciata è un prodotto insostituibile durante le feste, dove permane come l’alter ego della più blasonata Coca Cola. Può essere utilizzata per cocktail a base di alcolici, o semplicemente come sostituto di questi ultimi, per chi preferisce mantenersi sobrio.
Come bere l’aranciata? Si preferisce berla fredda, magari accompagnata con ghiaccio. E frizzante, dunque si gusta meglio appena aperta. Ovviamente, passando del tempo anche le bollicine gradualmente tenderanno a svanire.. I contesti ideali in cui servirla sono tanti. Uno dei pregi del prodotto è il costo relativamente basso, che consente di acquistarne anche grandi quantità. Avendone l’opportunità, è sempre preferibile acquistare in supermarket o centri commerciali, poiché i prezzi sono più contenuti. Anche in un bar od un locale, però, l’aranciata rientra tra i prodotti di facile ed immediato consumo, ed è difficile che qualche struttura ne sia priva. Le aranciate attualmente in commercio sono in vendita in diversi tipi di confezioni. Alcune confezioni o supporti vengono frequentemente sottoposti a restyling, affinché il prodotto si mantenga in linea con le esigenze di un target giovanile, che è essenzialmente il target di destinazione di questo tipo di bevande.
Abbiamo anzitutto le aranciate il lattina: è questo uno dei supporti più conosciuti, pratico specialmente se si tratta di lattine da 33cl. L’aranciata si ritrova in commercio anche in bottiglie da 500ml, da un litro e mezzo o da due litri in PET.
Storia
La storia dell’aranciata, è da precisare, coincide con quella del suo principale rappresentante, una bevanda gassata creata negli anni 40 in Germania, ed oggi nota a tutti come Fanta. La vicenda ha luogo nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, un’epoca dunque di scontri e restrizioni in cui l’Europa ed il mondo furono messi a dura prova in più occasioni. Durante il suddetto periodo, per via dell’embargo, il reparto della Coca Cola con sede in Germania non poteva produrre la nota bevanda, oramai diffusa ed apprezzata anche in terra teutonica.
Per queste ragioni un tale Max Keith, una personalità nel settore tedesco della Coca Cola, concepì una nuova bevanda, che includesse tra le caratteristiche la “frizzantezza ” della più’ nota Coca Cola, con l’aggiunta di nuovi ingredienti che le conferissero un sapore di frutta. Questi ingredienti erano all’epoca scarti di lavorazione di altri processi, come la fibra di mela, mentre come dolcificante si usava la saccarina, e la bevanda era radicalmente diversa, sia nell’aspetto che nel sapore, dalle attuali aranciate.
Il gusto d’arancia era prodotto artificialmente. La bevanda fu ribattezzata Fanta, da fantastique, ed in seguito esportata in tutto il mondo. Si dice che tale nome fosse legato al fatto che il gusto d’arancia era difficile da percepire. Solo nel 1960 la bevanda fu acquistata dalla grande Coca Cola Company, che ancora oggi ne produce la versione più nota e diffusa, molto perfezionata nel gusto rispetto all’originale. In tutto il mondo esistono decine di tipi di aranciata, i cui ingredienti possono variare considerevolmente, variando anche i gusti degli acquirenti. Sulla scia dell’aranciata, sono nati poi diversi prodotti che cercano di unire le bollicine a sapori sempre nuovi, quasi sempre al gusto di frutta, o comunque legati alle tradizioni ed ai gusti del paese di destinazione. Nel nostro paese, ad esempio, vanno per la maggiore gassose e chinotti.
Produzione
Il processo produttivo della cosiddetta aranciata è in apparenza abbastanza complesso. C’è da precisare, anzitutto, che lo stesso processo è condizionato e guidato dalle norme vigenti nel paese produttore. In Italia, dove una bevanda che contiene una percentuale inferiore al 12% di succo d’arancia non può essere definita per legge “aranciata”, i produttori si sono naturalmente adeguati attenendosi a questo standard. Essendo però lo standard più o meno flessibile nei diversi paesi del mondo, anche gli ingredienti che vengono a costituire la bevanda, così come la percentuale di succo d’arancia presente, potranno variare considerevolmente per la stessa bevanda a seconda che la produzione avvenga in un paese o nell’altro.
Così, e prendiamo il caso di uno tra i più noti produttori al mondo di aranciata, la stessa bevanda, della stessa marca per intendersi, può presentare una composizione anche molto diversa a seconda del paese di destinazione. Ecco che ad esempio la versione europea di questa nota bevanda contiene succo d’arancia, mentre quella americana ne fa a meno. Questo può rendere diverso, ovviamente, anche l’aroma della bevanda.
Sul sito della stessa bevanda ne è illustrato il processo produttivo, organizzato in 4 macrofasi: anzitutto si provvede ad utilizzare acqua che abbia precise caratteristiche, opportunamente trattata riducendone anche i sali; una seconda fase riguarda la preparazione dello sciroppo semplice, realizzato mescolando zucchero ed acqua trattata, al quale si aggiunge il preparato base dell’aranciata per ottenere lo sciroppo finito. Intanto bottiglie e lattine destinate ad ospitare il liquido vengono trattate e lavate, e sottoposte infine ad un rigido controllo elettronico. L’ultima fase della lavorazione della bevanda prevede che lo sciroppo finito sia mescolato ad anidride carbonica ed acqua trattata e quindi colato nei contenitori. L’intero processo è supervisionato da personale specializzato che controlla in ogni suo aspetto il corretto svolgimento della produzione nelle varie fasi.
Aranciate più Vendute Online
In conclusione mettiamo a disposizione una lista delle aranciate più vendute online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti che si trovano nell’elenco è possibile leggere le opinioni e i commenti dei clienti.