Oggi vediamo come scegliere la migliore birra, analizzando quali sono i prodotti disponibili sul mercato.
La birra è una bevanda generalmente a base di malto, luppolo e altri cereali, che ha origini molto antiche. Sia essa alla spina o in lattina, chiara, scura o rossa, è tra le sostanze alcoliche più vendute nel mondo.
La sua origine ha radici più antiche di quanto si pensi, tanto che ancora oggi ci si chiede se fosse stata prodotta prima ancora del pane. In questo senso vanno testimonianze incise in apposite tavolette del 7000 a.C. trovate in Mesopotamia. che descrivono una ricetta abbastanza precisa su come ottenerla (chiamata allora, più propriamente, “vino di grano”). Nonostante la ricetta fosse già presente, si era ancora ben lontani da quella che oggi conosciamo ormai tutti, alla quale si arrivò per passi successivi e con intervalli di tempo piùttosto ampi tra una ricetta e l’altra.
In particolare sembra che sia stata proprio la Mesopotamia, insieme all’Egitto (e solo in tempi successivi alla Grecia, che imparò da quest’ultimo) ad utilizzare il maltaggio, per germinare l’orzo in modo tale che producesse determinati enzimi che trasformano l’amido in zuccheri, rendendola decisamente più gustosa. In tempi posteriori, anche i Romani, i Galli, i Britanni e i Germani iniziarono a produrrla; questi ultimi due tuttavia si pensa abbiano avuto una gestazione piùttosto lunga prima di lanciarsi nella produzione (iniziata con importanti quantità solo nel XV secolo), soprattutto perché la bevanda più diffusa presso i teutonici ed i celti era l’idromele, ottenuto sostituendo all’orzo il granoturco e il miele, bevanda in diretta concorrenza con la birra appunto.
Tra storia e leggenda è poi la convinzione che i monasteri Galli abbiano avuto un ruolo di primaria importanza nella produzione in grandi quantità, nella modifica della ricetta originale e nella scelta del nome -seppur indirettamente-; in particolare sembra che siano stati i monaci ad aggiungere il luppolo alla ricetta originale con una duplice azione sulla birra: aromatizzante e conservante; inoltre sembra che il suo nome derivi proprio dal nome che i celti solevano dare ai malti prodotti dai monasteri della Gallia. In Italia si tarda molto per quanto riguarda la sua produzione in grandi quantità: solo verso la fine del secolo scorso diventa qualcosa di principale importanza; ciò è molto probabilmente dovuto alla concorrenza del vino, bevanda che invece in Italia ebbe un ampissimo successo.
Come Scegliere la Birra
Abbiamo quattro elementi fondamentali che la compongono, ovvero il luppolo, i cereali, i lieviti e l’acqua. La birra infatti è un alimento molto sano, in quanto le sue componenti derivano tutte dal mondo naturale; per questo essa appartiene alla tradizione alimentare più antica.
Proviamo ad analizzare uno per uno gli ingredienti che la costituiscono.
-Acqua. Ogni tipo di birra richiede il suo specifico tipo di acqua. Per tradizione le fabbriche produttrici sorgevano infatti in prossimità di sorgenti d’acqua, le quali dispongono ovviamente di acque non imitabili dal punto di vista della qualità; oggigiorno qualsiasi sostanza è ricreabile, per cui collocare le fabbriche in tale posizione strategica non risulta più necessario. Risulta essere da tenere controllato soprattutto il livello di sali minerali dell’acqua, da qui dipende tutta la sua durezza.
-Malto. Risulta essere un derivato di cereali trasformati, principalmente dell’orzo ma anche dell’avena e della segale, del frumento e di tutti quei cereali che hanno dei germogli di genere forte. I chicchi vengono immersi nell’acqua, in cui vengono tenuti per quarantotto ore buone, poi per una manciata di giorni vengono fatti germinare, dopodichè avviene l’essiccazione in appositi forni; a seconda del tipo di malto e dal colore che vogliamo ottenere, cambierà la modalità di essicazione. Il malto scuro, ad esempio, ha un gusto molto forte e tostato; quello scuro è, al contrario, dal gusto più leggero e fresco. Possiamo mescolare tutti i tipi di malto che vogliamo allo scopo di ottenere tipologie di bevanda dalle qualità differenti, ognuna delle quali avrà un suo gusto peculiare.
-Lievito. Risulta essere proprio in base a questo elemento che di decide il grado di fermentazione, alto o basso. In caso di fermentazione alta, durante il procedimento potremo notare come il tipo di lievito usato (il Saccharomyces Cerevisiae) affiora sulla superficie del liquido nella vasca, mentre in caso la fermentazione dovesse essere invece bassa il lievito usato (il Saccharomyces Uvarum) va a depositarsi sul fondo della vasca, in basso. Le differenze non si giocano solo sul tipo di lievito, ma anche sul livello delle temperature; nel caso della fermentazione alta esso si aggira fra i 15 e i 20°C, mentre nella fermentazione bassa fra i 5 e i 10°C. Nel procedimento di lavorazione il lievito costituisce quindi un elemento di enorme importanza; esso va ad influire direttamente sulla bevanda e su quella che diventerà la sua consistenza finale (più o meno spumosa, più o meno densa, più o meno ricca di aromi).
-Luppolo. Si tratta di una pianta della famiglia dei rampicanti, la quale può diventare alta anche fino a 6 metri e dalla quale sbocciano fiori femminili; questi ultimi vengono poi usati per produrre la birra, mentre i fiori maschili, inutili a questo scopo, vengono semplicemente scartati. La raccolta del luppolo si svolge nel periodo autunnale, ma i fiori vengono utilizzati ancora solamente in una manciata di stabilimenti che la producono artigianalmente, mentre nelle industrie si usa un particolare prodotto detto concentrato di luppolo, più economico e più facilmente conservabile.
Tipologie
Esistono in commercio numerose varianti di questa bevanda. Possiamo classificarle in base al contenuto di alcool:
-Leggere: 1.6 – 4 gradi
-Normali: 3.6 – 4.3 gradi
-Speciali: 4.6 – 5 gradi
-Doppio malto: 5 gradi
Esistono poi particolari tipi che riescono a raggiungere una gradazione di 29 gradi, come ad esempio la Dave (una Barley Wine del marchio Hair of the dog)
Quella chiara è la più famosa, ma ci sono anche la scura, la rossa e l’analcolica, ultima nata. Tuttavia gli intenditori dividono la birra con nomi a volte incomprensibili, ovviamente ogni nome non rappresenta una marca, ma una particolare tipologia che potrebbe aiutare il consumatore nella scelta della birra più adeguata al suo palato.
-Abbaye: belga, la sua caratteristica principale è quella di essere forte, densa e viene lasciata fermentare una seconda volta.
-Ale: inglese, di colore ambrato, dolce e di gradazione generalmente leggera
-Barley Wine: esprime la forte gradazione alcolica.
-Bitter: in caso di spiccato sapore amaro.
-Trappista: preparata dai monaci.
-Alt: tedesca, caratterizzata da alto grado di fermentazione e invecchiamento.
-Blanche: amara è torbida, viene fatta a partire dal grano, è spesso speziata e non filtrata.
-Lager: tedesca generalmente leggera, è preparata con basso grado di fermentazione.
-Premium: lager di grande qualità, con colore più dorato e sapore più ricco.
-Export: con meno luppolo rispetto a una pils.
-Lambic: belga, preparata con frumento, orzo e luppolo.
-Gueuze: mistura di birre vecchie e nuove di tipo lambic, fatta fermentare in botti simili a quelle dello champagne.
-Kriek: vengono inserite delle ciliegie all’interno della bevanda per lunghi periodi di tempo.
-Pils: a fermentazione bassa, è molto leggera, cambia il nome in Pilsener se ha un gran quantitativo di luppolo.
-Porter: inglese molto scura con gran quantità di luppolo.
-Rauchbier: tedesca, leggera a fermentazione bassa, ha un gusto ‘affumicato’ a causa della metodologia di asciugatura del malto (appunto affumicato con legno di pino).
-Stout: nera ad alta fermentazione.
-Weisse: tedesca, ottenuta dal grano.
-Hefe Weisse: contiene sedimenti di lievito.
-Kristall Weisse: se è filtrata.
-Budweiser: lager ceca.
Come si Produce la Birra
La tecnica di produzione, sebbene adeguata attraverso ai secoli alle esigenze moderne, non ha subito notevoli cambiamenti. Essa si compone basilarmente nelle seguenti fasi:
Il malto viene prima macinato e fatto diventare farina senza però rompere la cellulosa presente. Avviene dunque la miscelazione di acqua, malto, semi di cereali frantumati, portando ad una temperatura specifica che consenta la maggior conversione dell’amido in zuccheri.
Bollitura del mosto così ottenuto che può essere effettuato in 4 metodologie differenti: infusione, decozione, digestione, e misto;
-Infusione: si versa parecchie volte dell’acqua calda sul malto e si travasa di volta in volta la parte di liquido limpida.
-Decozione: in questo processo si versa via via del mosto bollente nel tino dove era stato impastato il mosto.
-Digestione: si fa macerare il malto in acqua fredda.
-Misto: alterna il procedimento di infusione e decozione.
Dopo essere filtrato, il liquido viene riportato ad ebollizione per al più 2 ore, con conseguente addizione del luppolo (in misura media di 400 g per hl), che conferisce alla birra il caratteristico gusto amaro.
Il mosto viene dunque raffreddato a 15 gradi e avviene l’aggiunta di lieviti per fare in modo che ci sia una reazione con gli zuccheri, formando alcool, anidride carbonica (bollicine). La fermentazione può essere alta o bassa a seconda della temperatura media: 18° la prima, 9° la seconda, oppure principale (quella vera e propria) o secondaria (quella che continua all’interno delle botti anche per 3 mesi). Si preferisce in questa fase sottrarre questa anidride carbonica e introdurla nuovamente alla fine dei cicli, poco prima dell’imbottigliamento.
Invecchiamento, con cui alcune proteine presenti cadono sul fondo o vengono annullate dagli enzimi: questo processo può durare da 15 giorni a 170.
Altri trattamenti. Per ottenere la trasparenza uniforme, sono filtrate utilizzando cellulosa, farina fossile e amianto. Vengono altresì aggiunti additivi (un po’ meno nelle birre europee) per lasciarne intatto il vigore e stabilizzarne la schiuma. Infine quasi tutte vengono pastorizzate, per evitare che i lieviti continuino a farla fermentare anche successivamente; da notare che quella naturale va conservata a bassa temperatura direttamente nella botte.
Aspetti nutrizionali
La birra è una bevanda dalle proprietà nutritive molto alte, in virtù del suo abbondante contenuto di potassio, vitamine e sali minerali. Gli effetti benefici delle sostanze naturali contenute nella birra sono varie; la vitamina B6, ma in generale tutte le vitamine che sono contenute in questa bevanda, influisce in modo positivo sulla regolarità intestinale; sodio e potassio, combinati, aiutano la diuresi e quindi facilitano il compito filtrante dei reni; altro effetto positivo da non sottovalutare è anche quello deterrente nei confronti delle varie patologie di tipo cardiovascolare. E’ costituita per il 94% d’acqua e per il restante 6% da malto, luppolo e lievito, alimenti naturali e molto sani; in particolar modo vogliamo ricordare l’utilità della funzione che ha il malto, poiché nelle sue pareti interne ci sono grandi quantità di fibra solubile, utilissima per agevolare l’assorbimento dei cibi e ovviamente il processo digestivo.
Molti tendono a vederla come una bevanda ingrassante, o meglio, come una bevanda che causa forte gonfiore di stomaco; in realtà quella di gonfiore è solo una sensazione che sparisce in pochissimo tempo, dal momento in cui la birra addirittura stimola il processo di diuresi.
Ovviamente non bisogna esagerare, come in ogni cosa; se si va avanti assumendone quantità troppo alte il nostro stomaco può iniziare a risentirne seriamente dilatandosi, non perché sia la bevanda stessa a contenere sostanze che gonfino, ma proprio perché l’esagerazione è dannosa di per sé. Per questo motivo non è sensato rinunciare a bersi una bella birra fresca in compagnia, magari in occasione di una cena tra amici, magari bevuta per accompagnare una bella pizza; ma se anche la sera successiva si fa una serata fuori casa forse sarà meglio berne di meno. Se non esageriamo, il nostro corpo ne trarrà anche qualche beneficio, per via delle sostanze benefiche già citate e lo stomaco rimarrà integro.
Dal punto di vista invece del contenuto di calorie ha un apporto medio di 50 calorie per 100 gr. Per queste ragioni in molte diete troviamo anche la birra, perché i suoi effetti benefici sono di gran lunga superiori a quelli negativi, cosa dimostrata ampiamente da numerosi ricercatori di tutto il mondo; essi sono riusciti infatti a dimostrare scientificamente che uno stile di vita salutare, unito a molta attività fisica e a un attento controllo del proprio peso può contemplare tranquillamente tre bicchieri (al massimo) al giorno di birra, i quali faranno da scudo contro sindromi cardiovascolari e aiuteranno in generale il corpo a mantenersi in forma.
Birre più Vendute Online
In conclusione mettiamo a disposizione una lista delle birre più vendute online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti che si trovano nell’elenco è possibile leggere le opinioni e i commenti dei clienti.