Oggi vediamo come scegliere il migliore champagne, analizzando quali sono i prodotti disponibili sul mercato.
Il perfetto compagno per festeggiare un evento, per sottolineare romanticamente una cenetta a due, per rendere le serate più allegre e frizzanti. In questa guida andremo a presentarvi la storia, il gusto, la bellezza e le migliori caratteristiche dello champagne, bevanda tanto pregiata quanto conosciuta.
Storia
Ha una storia, lo champagne. Ed è uno tra i pochissimi vini a cui si può attribuire un ‘padre’, un abate benedettino di nome Dom Pérignon. Sono tante e diverse, le versioni sulla nascita di questo vino. Sicuro è che già nel medioevo la Champagne era una zona conosciuta per i suoi vini, che venivano prodotti nelle abbazie che costellavano la regione. Inizialmente il vino prodotto era destinato ad essere utilizzato come vino da messa, ma vini di questo tipo, soavi e leggeri, venivano apprezzati anche dalla classe sovrana che era solita farne omaggio ai regnanti degli altri paesi. Erano in ogni modo vini rossi e soprattutto fermi, senza quelle bollicine per cui sarebbero diventati famosi.
Dopo che, in seguito alle sanguinose guerre del 1600 le abbazie e i conventi furono distrutti e le loro vigne abbandonate, un frate benedettino di nome Pierre Pérignon nel 1670 fu incaricato come tesoriere presso l’abbazia d’Hautevillers, presso Epernay. La prima cosa di cui si occupò fu la risistemazione del convento e soprattutto delle vigne, che aveva trovato in pessimo stato, completamente abbandonate. Da quel momento, si dedicò completamente al vino, alla sua produzione. Selezionò solo le uve migliori (pinot noir), individuò i terreni più fertili, si specializzò nel taglio dei vini, ossia nell’unione di uve della stessa tipologia provenienti da diverse zone, preferendo la spremitura ‘dolce’ che dava un mosto di colore chiaro, indifferentemente dal colore dell’uva. Le stesse cose, insomma, che si fanno ancora ai nostri giorni per produrre champagne.
Non v’è certezza, invece, di come effettivamente sia nata l’idea di trasformare il vino fermo in spumante. Alcuni affermano che questo prezioso vino sia nato per caso, a causa di un errore nella vinificazione che avrebbe portato alcune bottiglie a scoppiare; dallo scoppio l’abate avrebbe scoperto la ‘presa di spuma’ che rende inconfondibile questo vino. Altri invece sostengono che l’abate, a primavera, aggiungesse al vino zucchero e fiori di pesco per renderne l’aroma più gradevole e delicato, e poi tappasse la bottiglia con dei tappi di legno conici. Quando le bottiglie venivano stappate, ecco fuoriuscire la spuma. Ma esiste un’altra versione ancora: i viticoltori dell’epoca si sarebbero accorti che il vino ottenuto da uva di pinot non invecchiava in modo ottimale nelle botti di legno, quindi provarono a imbottigliarlo immediatamente dopo il processo di fermentazione; in questo modo il vino manteneva più a lungo il suo bouquet e l’aroma però diventava ‘spumante’, cosa che portava molte bottiglie a scoppiare.
Indipendentemente da quale versione si sceglie di dare per vera, certo è che l’abate si rese conto che la spuma era dovuta a una seconda fermentazione, causata da semplici errori o dalla semplice aggiunta di altri ingredienti che contenessero lievito, come lo zucchero o i fiori, che avevano come conseguenza la produzione di anidride carbonica. E si rese anche conto, Dom Pérignon, che questo vino spumante era molto gradevole da bere, quindi si dedicò al suo perfezionamento. A lui va il merito di aver individuato il vitigno ideale per la produzione di champagne, ossia il pinot noir, di assemblare metodicamente le uve di diversa provenienza, e di aver sostituito il tappo conico con tappi di sughero, che venivano fissati al collo della bottiglia per mezzo di piccole gabbie di metallo.
Molti altri viticoltori seguiranno il suo esempio, producendo il vino seguendo le istruzioni dell’abate, contribuendo, anche loro, ad affinare e migliorare la tecnica e ad eliminare le criticità. Ad esempio, furono i tecnici di Barbe Nicole Ponsardin, vedova Clicquot, che risolsero il problema del deposito che di formava sul fondo (feccia) delle bottiglie nel corso della rifermentazione, costruendo delle apposite ‘pupitres’ a forma di V rovesciata con fori in cui inserire le bottiglie per il collo, e inventarono anche il cosiddetto ‘remuage sur pupitres’, un processo che permetteva di separare i lieviti dal vino, conferendo così allo champagne la sua caratteristica limpidezza.
Sono tante, poi, le leggende di dubbia veridicità che si sono sviluppate attorno al mito dello champagne, ad esempio quella che vorrebbe che Dom Pérignon fosse un grande assaggiatore di vino mentre in verità era assolutamente astemio, ma in quanto anche vegetariano eccelleva nell’assaggio dei diversi tipi di uva. Oppure quella che racconta che l’abate, un attimo prima di morire abbia rivelato la vera ricetta dello champagne, o quella che vuole che il bicchiere in cui lo champagne veniva consumato fosse stato modellato sulla forma del seno di Madame de Pompadour.
Vere o false che siano, queste leggende fanno solo da contorno a un vino, lo champagne, considerato tanto speciale in ogni parte del mondo che spesso diventa una vera e propria icona da sfoderare in occasioni davvero speciali come il varo di una nave, le premiazioni di gare sportive e qualsiasi altra celebrazione importante.
Caratteristiche
Da buon vino speciale, lo champagne è diverso, rispetto agli altri vini di ottima qualità, anche nel processo di produzione:
La vendemmia viene ancora eseguita a mano, poiché il disciplinare impedisce che vengano utilizzate macchine perché l’uva infatti deve arrivare completamente integra alla pigiatura. Lo champagne infatti viene prodotto principalmente utilizzando uve nere ed è di fondamentale importanza che il succo prodotto dalla pigiatura, che deve essere incolore, non venga ‘sporcato’ dal contatto con la parte esterna della buccia, cosa che invece spesso accade con le raccoglitrici automatiche.
Solitamente si effettua un assemblaggio tra vini di provenienza e di millesimi (anni di produzione) diverse, e questo viene fatto per garantire una certa continuità di aroma, sapore e bouquet. Generalmente riportare il millesimo non è obbligatorio, ed avviene solo quando nell’assemblaggio si usano vini dello stesso anno, sinonimo di qualità superiore.
La pressione all’interno della bottiglia viene mantenuta da uno speciale tappo con la forma di un fungo che viene mantenuto in posizione da una gabbietta realizzata con fil di ferro. Così quando si stappa la bottiglia il tappo generalmente ‘salterà’ e un fiume di schiuma fuoriuscirà dalla bottiglia, rendendo non semplice il compito di servirlo. Il bicchiere ideale per consumarlo è il flute, dal fondo del quale si noterà una produzione continua di bollicine.
Indispensabile per stabilire la qualità di uno champagne è la sua marca, anche se non è obbligatoria.
Vinificazione
Il metodo di produzione dello champagne è quello classico, chiamato anche ‘champenoise’, in cui il mosto viene fermentato due volte, una nelle botti e una nelle bottiglie che, poste nelle cantine, vengono periodicamente mosse e girate.
Le fasi della vinificazione sono numerose. Prima di tutto, c’è la raccolta fatta a mano delle uve, che vengono selezionate in modo da raccogliere solo i grappoli che abbiano il giusto grado di maturazione, che vengono poi portati alla pressatura cercando di non danneggiare i singoli acini. La premitura delle uve è molto delicata, e serve a separare in modo veloce le bucce dal mosto, che viene poi messo nelle botti, pronto a fermentare.
La fermentazione alcolica, cioè il primo processo di fermentazione che subisce il vino, è uguale a quella dei vini fermi e non frizzanti. Quando questo processo giunge al termine, solitamente con l’inizio della primavera, al vino vengono aggiunti dei lieviti speciali e lo zucchero necessario a mettere in moto una seconda fermentazione, e viene poi imbottigliato con un tappo cavo di plastica. È questa rifermentazione a produrre l’anidride carbonica che è responsabile delle bollicine e della spuma. Ma è anche causa della formazione della cosiddetta feccia che rende il vino torbido e che va eliminata. Per farlo si pongono le bottiglie in appositi sostegni (pupitres) a forma di V rovesciata, dove ogni giorno subiscono una rotazione di un ottavo di giro, che avviene a mano e con un movimento piuttosto deciso; successivamente vengono ruotate di un sesto di giro, e poi di un quarto: questo processo aiuta la feccia a staccarsi dalle pareti delle bottiglie e a farla scendere nel collo della bottiglia. Insieme alla regolazione delle stesse pupitre, che piano piano portano le bottiglie in posizione quasi verticale, alla fine di questo processo la feccia si sarà raccolta tutta nel tappo. Per eliminarla definitivamente nelle bottiglie viene inserita una speciale soluzione salina a temperatura bassissima che la congela all’istante. È questo il momento in cui viene tolto il tappo (dégogement), e insieme a lui tutti i residui. Spesso viene fatto a mano in un’operazione chiamata, tecnicamente, ‘à la volée’.
Dopo aver eliminato la feccia è il momento del dosage: in ogni bottiglia viene aggiunta una speciale miscela di vini invecchiati, zucchero e superalcolici come il cognac o l’armagnac (questa miscela si chiama liqueur d’expédition), ed è questo dosage a costituire la ‘ricetta segreta’ di ogni produttore, che rende unico ogni champagne e che, in base alla quantità di zucchero, ne determina la tipologia: sec, demi-sec, brut, etc.
Infine le bottiglie vengono tappate con il loro tipico tappo e la gabbiettina che lo tiene in posizione. Ancora qualche mese di riposo, e poi lo champagne è pronto al consumo.
Tipologie
Lo champagne si presenta secondo una lunga lista che abbraccia diverse tipologie. Tra le principali, si ricordano e si trovano in commercio le seguenti
-Brut Nature: sono gli Champagne più secchi
-Extra Brut: si tratta di uno champagne molto secco
-Brut: champagne secco, fresco e leggero, ideale come aperitivo. Gli intenditori lo utilizzano anche come vino da inizio pasto. Vincente l’accoppiata con i risotti, i piatti di pesce e di carne bianca
-Extra Dry: lo champagne presenta un gusto più morbido.
-Sec: tipo di champagne indicato per accompagnare gelati e dessert
-Demi sec e Doux: Champagne ideale da accostare a dessert e pasticceria dolce
-Rosé: Champagne con una nota di colore. E’ l’ideale per gli aperitivi, per i formaggi non piccanti o per chiudere un pasto.
-Blanc de Blancs: Champagne prodotti solo con uve bianche, a differenza degli champagne tradizionali che vedono la loro genesi dall’unione di uve bianche e uve nere
-Blanc de Noirs: Champagne prodotti amalgamando tra loro vini ottenuti solo da uve nere
Il colore dello champagne si presenta solitamente bianco e chiaro. Ma come abbiamo già accennato prima , qualche volta lo champagne prende un colore rosè. Ciò è dovuto alla mescolanza di vini bianchi e di vini rossi. Riguardo le uve, si fanno ulteriori differenziazioni. Lo champagne ottenuto da uve a bacca bianca si chiama blanc de blancs. Lo champagne ottenuto da sole uve a bacca nera prende invece il nome di blanc de noirs. La varietà degli champagne, infine, è dovuta anche al dosaggio di una particolare miscela che comprende zuccheri, vini vecchi e altri distillati. Ciò si verifica soprattutto perché questa miscela va ad addolcire un vino come lo champagne che non ha residuo zuccherino e presenta un’acidità molto elevata. La bevanda si presenterebbe quindi amara e non certo come la conosciamo oggi.
Vitigni Utilizzati
Sono cinque, i vitigni che sono stati autorizzati alla produzione di champagne, anche se i principali sono tre
-Chardonnay (uva bianca, che occupa il 26 % della superficie);
-Pinot noir (uva nera, che occupa il 37 % della superficie);
-Pinot meunier (uva nera che matura leggermente dopo rispetto al pinot, che occupa il 37% della superficie);
Gli altri due sono vitigni con bassissima percentuale di superficie piantata
-Arbanne;
-Petit meslier .
Secondo le normative vigenti, 4000 kg di uva dovranno produrre non pià di 2550 litri di mosto utilizzabile per produrre champagne.
Etichetta
Se in Italia i nostri vini e altri prodotti presentano il marchio DOC (Denominazione di Origine Controllata), lochampagneè una AOC (appellation d’origine contrôlée). Inoltre il termine è tutelato da norme internazionali contro gli usi non autorizzati. Tra tutti i vini francesi, lo Champagne presenta molte caratteristiche originali:
La raccolta avviene manualmente per non rovinare lo stato dell’uva.
La spremitura viene effettuata con torchi “tradizionali” o “pneumatici” in modo tale da non macchiare il mosto al contatto della pelle dell’acino;
Impiego della mescolanza tra i tipi di uve di diversi allo scopo di garantire una continuità nelle qualità enologica e nelle caratteristiche organolettiche.
L’indicazione della data avviene solo se vengono riuniti vini dello stesso anno. È generalmente il segno di una grande qualità.
Il vino spumante è mantenuto sotto pressione nella sua bottiglia da un tappo avente la forma di un fungo, fermato con una capsula di filo di ferro.
È il solo vino francese che diventa rosa riunendo vino rosso con vino bianco. Lo champagne rosato può anche essere ottenuto lasciando la pelle delle uve nere a contatto del mosto dopo la spremitura.
L’etichetta di una bottiglia di champagne mostra numerose informazioni: la marca, il nome del vinificatore, il dosaggio, il comune d’origine delle uve, e talvolta il livello qualitativo delle uve: grand cru per i diciassette comuni che hanno diritto a fregiarsi di questo titolo o premier cru per altri quarantuno comuni. Inoltre è obbligatorio indicare l’organizzazione professionale del produttore, con una sigla di due lettere che è l’indicazione più importante per definire la qualità ed il valore di uno champagne:
-NM: négociant-manipulant; casa produttrice di champagne che compra le uve e le assembla per elaborare e commercializzare il vino. Questo avviene con gli champagne più pregiati.
-RM: récoltant-manipulant; l’insieme dei vignaioli che elaborano e commercializzano le proprie uve.
-CM: coopérative de manipulation; gruppi di produttori che assemblano le uve, le elaborano e le commercializzano. Parliamo, in questo caso, di prodotti discreti.
-RC: récoltant-coopérateur; i viticultori conferiscono le loro uve ad una cooperativa che ha l’incarico, da parte loro, di eseguire la vinificazione.
-ND: négociant-distributeur; un commerciante acquista le bottiglie pronte per il consumo e pone sopra il proprio marchio per commercializzarle.
Bottiglie
Non poteva che chiamarsi champagnotta, la bottiglia da champagne classica. La sua capacità è di 75 cl e rispetto alle normali bottiglie da vino è più spessa, pesante e più resistente. Nel corso del diciannovesimo secolo sono state create, dalle diverse case produttrici, diverse bottiglie. Eccole
-huitième: 9,4 cl (molto rara)
-mignonette: 18,75 o 20 cl: un quarto
-mezza: 37,5 cl
-media: 60 cl (molto rara)
-bottiglia: 75 cl
-magnum: 1,5 litri, ossia l’equivalente di 2 bottiglie
-jéroboam: 3 litri, ossia l’equivalente di 4 bottiglie
-réhoboam: 4,5 litri, ossia l’equivalente di 6 bottiglie
-mathusalem: 6 litri, ossia l’equivalente di 8 bottiglie
-salmanazar: 9 litri, ossia l’equivalente di 12 bottiglie
-balthazar: 12 litri, ossia l’equivalente di 16 bottiglie
-nabuchodonosor: 15 litri, ossia l’equivalente di 20 bottiglie
-salomon: 18 litri, ossia l’equivalente di 24 bottiglie
-souverain: 26,25 litri, ossia l’equivalente di 35 bottiglie
-primat: 27 litri, ossia l’equivalente di 36 bottiglie
-melchizédec: 30 litri, ossia l’equivalente di 40 bottiglie
Gli ultimi quattro formati ovviamente sono molto poco diffusi, per la loro scarsa maneggiabilità, il loro costo elevato di produzione e la loro fragilità. Di tutte queste bottiglie, solo la magnum e la mezza bottiglia possono essere impiegate per la rifermentazione; le altre, solitamente, vengono riempite con vino già ‘pronto’ al consumo.
Tappo
Prima di essere utilizzato, il tappo ha una forma cilindrica, con un diametro molto superiore rispetto a quello del collo della bottiglia. Per poter essere infilato nel collo, generalmente fino a metà della sua lunghezza, deve essere compresso con appositi macchinari, e subito dopo la parte che rimane fuori viene gabbiettata e compressa, per poter creare il caratteristico ‘effetto tappo corona’. Queste compressioni fanno sì che, una volta stappato, il tappo presenti la sua tipica forma a fungo. E sono proprio queste pressioni, quella radiale della parte che entra nella bottiglia e quello assiale della parte che rimane fuori, ottenuta tramite la gabbiettatura, che consentono al tappo di resistere alla fuoriuscita dell’anidride carbonica sotto pressione. Ovviamente, con il passare del tempo il tappo perde elasticità e può degradarsi, soprattutto nella parte superiore, assumendo la sua inconfondibile forma.
Il corpo è composto da agglomerati di sughero di buona qualità. Non entra in contatto col vino perché si tratta di quella parte che ‘spunta’ dalla bottiglia. Solo una piccola parte del corpo viene introdotta nella bottiglia.
La ‘testa’ invece è solitamente composta da 2 rondelle di sughero massiccio che vengono incollate l’una sull’altra, e poi sul ‘corpo’. La testa è la parte che entra in contatto con il vino.
Dopo essere stati assemblati, rifiniti nel modo ottimale e sottoposti a un processo di levigatura, i tappo subiscono un processo di selezione e a volte anche un trattamento della superficie con paraffina; dopo devono essere adeguatamente lubrificati per poter essere introdotti negli stretti colli delle bottiglie, ma anche per agevolare sia la tenuta che l’estrazione che avverrà in futuro.
In fondo al tappo viene poi applicata una placca di alluminio, che solitamente riporta la marca, e il tutto viene fissato per mezzo di una gabbietta metallica, chiamata anche muselet, che fa in modo che il tappo non ‘salti’ da solo per via della pressione interna dell’anidride carbonica. Non di rado le placchette vengono collezionate dagli appassionati.
Champagne più Venduti Onlinbe
In conclusione mettiamo a disposizione una lista degli champagne più venduti online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti che si trovano nell’elenco è possibile leggere le opinioni e i commenti dei clienti.