Oggi vediamo come scegliere i migliori cibi biologici, analizzando quali sono i prodotti disponibili sul mercato.
Da decenni sentiamo parlare di mangiare sano per preservare la nostra salute, ma solo negli ultimi anni si sta davvero prendendo coscienza di quello che vuol dire mangiare sano, e la risposta ai numerosi dibattiti è stata unanime: molta varietà nella scelta degli alimenti, limitazione nei condimenti e negli intingoli ricchi di grasso, e preferire, quando possibile, cibi di provenienza biologica e controllata.
Storia
Considerando il fatto che la nostra dieta mediterranea in sé già costituisce un buon punto di partenza per avvicinarsi a uno stile alimentare sano e completo, recentemente si è iniziato a porre l’accento alla produzione degli alimenti e degli ingredienti che appartengono a questo modo di mangiare, e si è aperto un nuovo capitolo nella storia dell’agricoltura: l’agricoltura biologica.
Di agricoltura biologica si inizia a sentir parlare una decina di anni fa: si tratta di metodi di produzione agroalimentare puliti, da cui provengono cibi e alimenti liberi da qualsiasi tipo di prodotto chimico di sintesi, un vero e proprio trionfo della naturalità che permea ogni fase della produzione dalla coltivazione alla trasformazione dei cibi per arrivare fino allo stoccaggio. Ognuna di queste fasi, infatti, è caratterizzata dall’impiego di soli prodotti naturali che rispettano la biodiversità, preservano la terra e gli animali che ci vivono e che dei prodotti della terra si nutrono.
Per arrivare all’origine delle coltivazioni biologiche dobbiamo andare indietro fino alla fine del Diciannovesimo secolo, in Germania. In quel periodo a Berlino fecero la loro comparsa le Reform Haus, che avevano lo scopo di immettere in commercio prodotti dietetici e proponevano speciali regimi alimentari che aiutavano a combattere l’alcolismo grazie alle proprietà del pane integrale, della verdura e della frutta coltivata senza alcun tipo di additivo chimico. La passione per il biologico corse a contagiare anche l’Inghilterra, dove Sir Albert Howard e Lady Eve Balfour diedero i natali a una delle più importanti organizzazioni produttrici di prodotti biologici, chiamata Soil Association. Nel nostro paese il biologico fa la sua comparsa solo nel 1947 per merito dell’ l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica di Milano, e si sviluppò più o meno velocemente sull’onda della filosofia New Age e dei movimenti ambientalisti degli ultimi anni.
Vantaggi
Spesso quando sentiamo parlare di prodotti biologici ci viene da chiederci se siano davvero meglio rispetto ai tanti altri prodotti che consumiamo. Sicuramente, una coltivazione libera da additivi chimici e un allevamento dove gli animali mangiano cibi sani è in grado di restituire cibi più gustosi e sicuramente più sani da ingerire, anche se non esistono prove che questi alimenti siano biologicamente superiori rispetto a quanto prodotto con i metodi tradizionali.
Non esistono ricerche volte alla dimostrazione che l’agricoltura biologica sia effettivamente più sana rispetto alla produzione industriale, anzi ci sono anche esperti che sostengono che i processi di produzione industriale garantiscano una maggiore qualità in fatto di igiene ai cibi, considerando il fatto che spesso le coltivazioni biologiche utilizzano come concime il letame o altri concimi naturali che possono trasformarsi in veri e propri vespai di batteri capaci di causare gravi malattie come ad esempio la salmonella.
Quello che è vero biologicamente parlando è che ci sono alimenti che dovrebbero essere maggiormente seguiti e controllati, ad esempio il vino: dell’uva proveniente da una coltivazione biologica può essere deteriorata dall’aggiunta dei prodotti che si utilizzano per fare il vino, ad esempio il solfito che facilita la fermentazione ma che può rivelarsi tossico per il corpo. Se consideriamo che le dosi di solfito previste per la realizzazione di vino ecologico e di vino tradizionale sono praticamente identiche, ne deriva che il vino cosiddetto biologico che stappiamo in tavola può non essere molto diverso da un vino tradizionale. E questo è solo un esempio di come spesso i processi di trasformazione dei cibi e delle bevande riescano ad annientare la ‘biologicità’ delle materie prime.
Produzione
L’obiettivo primario di un agricoltore biologico è quello di cercare di mantenere il suo terreno sano, di modo che da esso possano nascere piante sane, che regaleranno frutti sani. La prima regola da seguire è quindi quella di rispettare la natura, assecondare i cicli naturali delle piante e bandire qualsiasi prodotto chimico come i concimi, gli insetticidi e i pesticidi, i diserbanti e gli erbicidi, i fertilizzanti, qualsiasi tipo di colorante o di conservante e, per finire, gli organismi geneticamente modificati, i celebri OGM. Seguendo queste regole si ottengono quanto meno prodotti naturali coltivati nel rispetto dei cicli naturali, dalla terra fino ad arrivare alle nostre tavole, e con l’utilizzo di sementi che derivino, anch’esse, da sistemi di coltivazione biologici.
I terreni che vengono utilizzati per le coltivazioni biologiche devono per prima cosa essere fisicamente lontani da eventuali fonti di inquinamento, tra cui le industrie, le autostrade o le discariche di rifiuti. È importante poi che la purezza originale del terreno sia stata preservata e che quindi il terreno non sia stato contaminato con fertilizzanti, diserbanti e altri prodotti chimici in grado di deteriorarne la “biologicità”, per almeno due anni. Due anni, infatti, è il periodo di tempo necessario affinché un terreno precedentemente inquinato possa depurarsi dalle sostanze dannose: questo tempo di chiama “periodo di conversione”.
Inoltre, in mancanza di aiuti chimici è anche importante preservare naturalmente la fertilità del terreno con arature poco profonde che non creino solchi che superino i 30 centimetri. Questo metodo di aratura gentile aiuta a preservare al massimo le componenti del terreno. Successivamente si passa alla semina, che deve essere anch’essa effettuata nel massimo rispetto della natura che prevede anche l’utilizzo del sistema di “semina su sodo”: il terreno da seminare viene lavorato in modo molto superficiale di modo che il seme possa penetrare nel terreno senza scombussolare troppo l’assetto naturale e le proprietà della terra.
L’agricoltura biologica, se davvero biologica vuole essere, deve utilizzare solo concimi di provenienza naturale, come il letame o il compost, un mix di materiale di provenienza organica.
L’agricoltura biologica si fa forte di tecniche di coltivazione molto tradizionali come le rotazioni colturali o il sovescio, come hanno fatto gli antichi contadini per secoli e secoli.
La rotazione colturale consiste nell’alternare le coltivazioni da eseguire sullo stesso terreno seguendo un ciclo piuttosto regolare, solitamente biennale, triennale o quadriennale. In questo modo non si coltivano le stesse colture anno dopo anno ma le colture uguali vengono distanziate, preservando così le proprietà della terra senza stressarla troppo.
Il sovescio prevede la coltivazione di colture dotate di un grandissimo potere fertilizzante a beneficio del terreno in cui vengono piantate. Solitamente si utilizza la tecnica del sovescio in un periodo di pausa tra due coltivazioni principali: ad esempio, di possono realizzare coltivazioni a sovescio con colture leguminose per fertilizzare un terreno dopo averlo coltivato a barbabietola da zucchero e prima di avviare una nuova coltivazione di mais. Nel periodo di sovescio il terreno si riposa da coltivazioni troppo impegnative, si rigenera e si ricarica, per poter poi essere di nuovo coltivato con altre colture garantendo ottimi risultati.
L’agricoltura biologica prevede, come difesa da eventuali malattie delle piante, solo l’utilizzo di prodotti naturali oppure di blandi antiparassitari naturali come la gelatina, gli oli vegetali, le pietrine, la lecitina, lo zolfo, il rame, i macerati di piante o il contro attacco con il lancio di insetti e parassiti predatori. Ma questo solo se è assolutamente indispensabile.
Esattamente come l’agricoltura, anche l’allevamento è una pratica che può beneficiare dei vantaggi del biologico, vantaggi che in questo caso non vengono limitati alle persone che andranno a mangiarne i prodotti, ma anche e soprattutto agli stessi animali, che saranno allevati in un’ottica di maggiore rispetto del loro essere delle creature vive.
Gli allevamenti biologici devono garantire la buona salute degli animali, offrendo loro igiene e pulizia, ampi pascoli all’aperto dove alimentarsi e, nel caso degli animali non ruminanti, alimentazione biologica.
Procedure particolari vanno seguite in tutte le fasi della catena di produzione, dall’allevamento dell’animale, alla macellazione, al confezionamento e al trasporto. In nessuna di queste fasi la carne deve entrare in contatto con agenti chimici, per preservarne la biologicità. Nel caso di malattie dell’animale, l’allevamento biologico prevede l’impiego di medicine omeopatiche o di prodotti fitoterapici, mentre si ricorre all’uso di antibiotici, che in ogni caso lasceranno poi tracce nel cibo che si ricaverà dall’animale, solo nel caso in cui l’animale sia in serio pericolo di vita. Altrettanto vietate sono tutte quelle sostante volte a stimolare la crescita, come ad esempio gli ormoni, o a controllare la riproduzione.
Con il rispetto di queste norme basilari l’agricoltura biologica è quindi in grado di restituirci prodotti alimentari sani e naturali, senza alcun tipo di residuo tossico, il tutto riducendo i consumi energetici che derivano dall’industria dei prodotti chimici e preservando i terreni agricoli che sempre più spesso sono saturi di prodotti chimici che vengono poi assorbiti dagli alimenti che vi si producono.
Certificazioni
Tutti i prodotti biologici sono provvisti di un’apposita etichetta che permette di riconoscerli dal mare magnum dei prodotti di origine industriale. Ovviamente esistono specifiche normative a livello europeo che regolamentano la produzione, il controllo e la certificazione dell’intero processo produttivo di un prodotto biologico. Queste normative subiscono numerosi aggiornamenti periodici con l’introduzione di norme diversificate in base al luogo di provenienza, e di regole sempre più severe per quel che riguarda l’etichettatura.
Le nuove normative recentemente introdotte nel nostro paese pongono l’accento sui principi e sulle norme basilari che riguardano la produzione biologica, in particolar modo per quel che riguarda l’importazione e la razionalizzazione dei sistemi di controllo. Per citare solo una delle nuove norme, il marchio Comunitario introdotto dalla Commissione Europea già nel lontano 2000 e di utilizzo facoltativo nelle etichette fino a poco tempo fa, oggi è obbligatorio anche se può essere affiancato da altri marchi nazionali o privati. Il tanto ambito marchio potrà essere utilizzato solo nel caso in cui i prodotti contengano almeno il 95% di ingredienti provenienti da coltivazioni, allevamenti o metodi biologici. Nel caso di prodotti misti, le etichette dei prodotti potranno indicare nella loro composizione la presenza di alcuni prodotti biologici ma non saranno dotati del marchio della Commissione Europea.
Si spera che questa nuova disposizione si occupi della regolamentazione dei prodotti appartenenti ad aree ad oggi poco regolamentate, ad esempio l’acquacoltura, il settore vinicolo e il settore della produzione di lieviti biologici.
Etichetta
Un prodotto biologico certificato deve essere dotato di un’etichetta che riporti
-La dicitura: prodotto proveniente da agricoltura biologica-regime di controllo CEE.
-Il nome scritto per esteso dell’organismo preposto al controllo e alla certificazione, ad esempio CCPB, IMC, CODEX, etc.
-Il codice del produttore.
-Gli estremi dell’autorizzazione ministeriale per la produzione di prodotti biologici.
-La sigla del paese di provenienza insieme a quella dell’organismo preposto al controllo (un codice di tre lettere).
-Una “T” nel caso in cui il prodotto sia trasformato e una “F” nel caso in cui il prodotto sia fresco, insieme ai relativi numeri di autorizzazione ministeriale.
-Indicazioni sul luogo geografico di provenienza del prodotto.
-Il marchio comunitario.
Le stesse regole valgono anche nel caso in cui i prodotti siano venduti sfusi, come nel caso delle cassette di frutta biologica, che devono essere provviste di un’apposita etichetta che contenga i dati atti a certificare la provenienza biologica della frutta. È importante ricordare che poter prendere visione delle etichette e dei certificati di provenienza biologica è un diritto di tutti i consumatori. A questo proposito, è bene instaurare anche un rapporto di fiducia con i negozianti, preferendo quelli che, per mestiere e per filosofia, trattano solo ed esclusivamente prodotti di origine biologica certificata.
Organismi per il Controllo
Esiste un preciso Sistema di Controllo valido per tutti i paesi appartenenti all’Unione Europea che ha lo scopo di controllare, tramite la promulgazione di leggi nazionali e internazionali, le coltivazioni biologiche. In Italia i controlli sulla produzione biologica vengono affidati a speciali organismi specializzati, autorizzati e riconosciuti dalla Comunità Economica Europea.
Questi organismi si occupano di:
Effettuare controlli periodici e a sorpresa nella aziende che producono alimenti biologici.
Analizzare le organizzazioni che si occupano di applicare le regolamentazioni comunitarie.
Verificare la registrazione di tutti i prodotti conformi ai metodi di produzione biologica presso l’apposito organismo di controllo nazionale.
Per queste verifiche vengono selezionati e scelti controllori indipendenti dalla provata imparzialità, affidabilità e competenza dalle Autorità, che devono essere in grado di verificare e approvare i loro metodi di supervisione e di controllo. Questi controllori sono sia organismi privati che autorità a livello nazionale. Attualmente quelli autorizzati nel nostro paese sono undici: Suolo e Salute s.r.l.; Istituto per la Certificazione etica e ambientale ICEA; Bioagricert s.r.l.; Codex s.r.l.; Consorzio Controllo Prodotti Biologici CCPB; Q.CeI. Services s.a.s.; Ecocert Italia; Bios; Istituto Mediterraneo di Certificazione IMC;Eco System International Certificazioni s.r.l.; Biozoo s.r.l.
I controlli vengono effettuati in tutte le fasi del processo produttivo di un alimento biologico, dalla produzione all’imballaggio, dalla trasformazione all’immagazzinamento. Nel caso in cui in una qualsiasi di queste fasi non vengano rispettate le regole, il prodotto non potrà indossare l’etichetta di prodotto biologico.
Dove Acquistare
I prodotti biologici si trovano in moltissimi negozi specializzati, come salumieri e fruttivendoli, così come in corner dedicati all’interno dei punti vendita della grande distribuzione. Parecchi di questi negozi mettono a disposizione dei consumatori anche un ottimo assortimento di prodotti freschi confezionati e di prodotti tipici, tutti con regolare certificazione.
Tanti e sempre in numero crescente sono anche i bar e i ristoranti che preparano ai loro clienti piatti e pietanze realizzati con ingredienti che provengono da colture e da allevamenti biologici. Un esempio di questi luoghi sono, primi tra tutti, gli agriturismi, che oltre alla biologicità del prodotto in sé offrono anche ai clienti l’opportunità di toccare con mano alcuni dei processi di produzione biologica, dalla realizzazione delle marmellate all’olio, dalla coltivazione della frutta e della verdura all’allevamento degli animali. Spesso poi questi prodotti finiscono nella tavola dell’agriturismo e possono essere anche comprati per consumarli poi a casa. Anche in questo caso, controllare l’etichetta è un must, per avere la garanzia che quello che si sta consumando sia davvero biologico.
Il settore della produzione di alimenti biologici si sta rapidamente espandendo in tutta Italia, con numerose esportazioni verso molti paesi europei, in America e in Giappone. Oltre un terzo dei prodotti biologici che vengono prodotti in Italia vengono esportati, e si tratta principalmente di ortaggi e frutta, legumi e cereali, riso e pasta, olio extravergine di oliva, latticini e formaggi, condimenti e salse, miele, frutta secca, prodotti da industria e, ovviamente, anche il nostro ottimo vino. Questo vuol dire anche un conseguente incremento dei sistemi di controllo e delle garanzie, una varietà di prodotti sempre più ampia e una maggiore accessibilità al mondo del biologico.
Prezzi
Per tantissimi anni i prodotti biologici hanno avuto un costo maggiore rispetto ai prodotti industriali e questo ha portato a un rallentamento dello sviluppo del settore biologico. I prezzi spesso elevati sono causati in parte dai costi sostenuti dai produttori per conseguire le necessarie certificazioni, in quanto le certificazioni prevedono controlli in ogni fase del processo di produzione diversamente da quello che avviene per i prodotti industriali, a una produzione minore per quel che riguarda la quantità, a una quantità maggior di manodopera nei campi e negli allevamenti e a una rete di distribuzione che sicuramente può essere sotto molti aspetti migliorata e meglio organizzata.
C’è da dire in ogni caso che sono sempre di più i consumatori che preferiscono spendere un po’ di più per avere la garanzia della qualità, della naturalità e della sicurezza dei prodotti alimentari che mettono in tavola, una tendenza probabilmente alimentata anche da fenomeni come l’aviaria e la mucca pazza, chiaramente causate da sistemi di allevamento inadeguati. La crescita del mercato del biologico e il numero sempre crescente di consumatori ha dato come risultato l’ampliamento dei prodotti biologici disponibili. Se una volta l’offerta biologica era limitata alla carne, alla frutta e alla verdura oggi praticamente non c’è limite alla quantità di ingredienti e di prodotti biologici che possiamo portare in tavola.
Cibi Biologici più Venduti
In conclusione mettiamo a disposizione una lista dei cibi biologici più venduti online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti che si trovano nell’elenco è possibile leggere le opinioni e i commenti dei clienti.