Nel nostro paese sono sempre meno le persone che dedicano del tempo alla buona cucina: sarà per il troppo tempo passato al lavoro, gli impegni familiari e di ogni tipo, la frenesia della vita quotidiana? Chissà, ma intanto nell’ultimo periodo è stato rilevato un incremento di acquisti molto significativo e senza precedenti nel settore dei cibi precotti (compresi anche in genere tutti i cibi già pronti, i surgelati, ecc.); in percentuale questo incremento è pari al 194,6% rispetto agli anni precedenti, quando a differenza di oggi la spesa degli italiani era composta soprattutto da cibi salutari come verdura, frutta e prodotti di origine controllata.
Questi cambiamenti possono essere considerati sicuramente un bel passo indietro dal punto di vista nutrizionale e di cura della propria salute; abbiamo importato così anche in Italia i cosiddetti “street food” e “fast food” dai maggiori paesi industrializzati, peggiorando di gran lunga le nostre abitudini in campo di alimentazione. Il vantaggio che vediamo in questo modo di alimentarsi è senz’altro quello del risparmio di tempo e fatica che servirebbero per preparare un piatto fresco da zero, ma la diffusione di questi cibi è legata anche al generale processo di globalizzazione mondiale dei consumi; i valori energetici e nutrizionali vengono così ridotti, e il nostro corpo risente del calo di genuinità nei cibi che consumiamo.
Aspetti Nutrizionali
La quantità di additivi e conservanti (sostanze che agiscono accrescendo l’appetibilità) contenuta in questi cibi è molto consistente, per non parlare della qualità dei grassi in essi utilizzati; dovendo risparmiare sulla produzione vengono usati infatti quelli più economici (grassi idrogenati, margarine, grassi generici di tipo vegetale, eccetera). Anche il tipo di olio impiegato incide molto sulla qualità finale del prodotto, non essendo naturalmente olio extravergine d’oliva. Ignorando queste importanti considerazioni sui livelli nutrizionali dei cibi precotti, molti paesi hanno visto nascere e svilupparsi al loro interno problemi di salute nei loro abitanti, principalmente obesità e patologie analoghe. Persino l’ambiente dell’alimentazione biologica, tradizionalmente considerato “di nicchia”, viene coinvolto in questa rivoluzione dei costumi alimentari, tendendo anch’esso all’omologazione.
La maggioranza dei cibi precotti sono da riscaldare nel forno a microonde (elettrodomestico divenuto ormai indispensabile per sostenere i ritmi frenetici della vita quotidiana nella nostra epoca, forse pero’ più all’estero che non in Italia); in questo modo assistiamo ad un calo drastico dei valori nutrizionali contenuti in questi cibi, in quanto proprio a causa del forno a microonde pare che l’uomo possa subire danni alla propria salute (finora, almeno, non è mai stato dimostrato il contrario). Al di là dei danni che questo elettrodomestico può provocare, e che non sono ancora stati del tutto individuati, ciò che è certo è che esso è in grado di “impoverire” i cibi dal punto di vista dei loro contenuti nutrizionali.
Risulta essere stato appurato che i cibi pronti andrebbero riscaldati a temperature comprese fra i 77°C e gli 82°C, mentre nel forno a microonde ad una temperatura di 90° (aggiungendo due minuti in cui il cibo deve “riposare” nel forno dopo esser stato già riscaldato). I cibi precotti maggiormente consumati sono: lasagne, cannelloni (al ragù o con ricotta e spinaci), pizze surgelate, gnocchi, verdure (contorni), primi piatti della tradizione italiana, patatine fritte, secondi piatti, vellutate di verdure, sughi, dolci vari, minestroni.
Sicurezza
Ci si potrebbe interrogare a questo punto con una certa preoccupazione su quali siano le regole di sicurezza e di igiene imposte nella preparazione di questi cibi; è ovvio che nessuno possa essere completamente certo delle modalità precise con cui essi vengono cucinati e confezionati, tuttavia le norme e le ispezioni in tale ambito sembrano essere estremamente rigorose.
Ovviamente questi cibi sono assolutamente garantiti, dal momento in cui vengono cotti; nei casi di cibi non cotti (come ad esempio insalate, ecc.) sarebbe infatti opportuna invece una risciacquatura di sicurezza, prima del consumo.
Come abbiamo già detto il vantaggio più consistente è il risparmio di tempo, ma abbiamo da considerare anche l’ampia rosa di scelte e la semplicità di preparazione: va detto che non tutti questi cibi sono così male, in effetti. Ci sono infatti molti alimenti di questo genere che possono essere considerati buoni, pur non essendo genuini né naturali; è molto importante ai fini di un acquisto responsabile leggere con attenzione tutte le etichette sui vari prodotti, in modo da capire quali ingredienti siano stati utilizzati.