Oggi vediamo come scegliere il migliore amaro, analizzando quali sono i prodotti disponibili sul mercato.
Come recita un vecchio andante italiano, le persone non sono ciò che mangiano, ma quanto bene digeriscono potremmo concludere noi! L’amaro è un liquore a base di erbe, tipicamente italiano, usato per lo più come digestivo dopo i pasti. Nonostante il nome possa fuorviare l’amaro può avere un gusto sia amarognolo ma anche dolcissimo, a seconda dell’erba che viene utilizzata. La sostanza appare molto densa rispetto ai normali alcolici che sono più liquidi e la gradazione alcolica varia fra il 16 e il 35%.
Come Scegliere un Amaro
L’amaro si ottiene lasciando macerare erbe, radici, fiori, cortecce e bucce di agrumi nell’alcool, sia esso puro oppure vino. A questi infusi viene poi aggiunta la giusta quantità di zucchero e poi vengono imbottigliati negli appositi contenitori (barili o bottiglie). Sul mercato ne sono presenti tantissime varietà, le più famose sono l’Amaro Lucano, il Montenegro, l’Averna, il Ramazzotti, ecc. Non è sempre detto che l’amaro sia costituito da un solo tipo di erbe, ma può averne diverse, quelle più usate per produrre degli ottimi amari sono: l’angelica, limone, cedro, ginepro, anice, finocchio, zenzero, menta, timo, salvia, alloro, arancia, liquirizia, cannella, mentolo, zafferano, ruta, assenzio, sambuco, genziana, cinchona e cardamomo. L’amaro veniva originariamente prodotto nel diciannovesimo secolo da frati e farmacisti. Attenzione a non confondere l’amaro con l’amaretto che è un altro liquore italiano, molto dolce, a base di mandorle o albicocche.
Non è difficile preparare un amaro, basta lasciar macerare le erbe per 5 giorni nell’alcol. Se il recipiente è esposto al sole è bene rivestirlo con della carta scura, in modo da tenere lontana la luce. Nel frattempo bisogna far diluire insieme vermouth e zucchero e lasciar riposare in un posto buio. Tenere l’alcol tappato in una bottiglia pulita, dopo una settimana unirlo con le erbe e lasciarli riposare per 24 ore. Dopo averlo filtrato imbottigliarlo e sigillarlo per almeno 8 mesi.
Le prime tracce di erbe unite all’alcol, utilizzate per digerire, si possono ritrovare nelle culture greche e romane. Ippocrate scrive nel 300 A.C. che una buona salute è legata ad una corretta assimilazione degli elementi nutritivi e quindi raccomandava una mistura di orzo, miele ed erbe.
Sempre nell’antichità grande importanza, ai fini digestivi, era data anche al vino, infatti, scrive Apicio che i romani usavano aggiungere miele, chiodi di garofano e altre spezie al loro vino, denominandolo il “vino d’Ippocrate”, un particolare vino consumato dopo i banchetti. La plebe, invece, creò una propria versione di questo digestivo aggiungendo liberamente gli ingredienti che avevano a disposizione tipo frutta, semi, viole, ecc. Questi preparati si avvicinavano molto alle grappe fruttate e ai liquori alle noci di oggi.
Intorno al 1300, nei monasteri medioevali, si iniziarono a produrre medicinali ed elisir a seguito di esperimenti alchemici. I monaci coltivavano le erbe, le curavano e poi le essiccavano per poi lavorarle in base ad antiche e segrete ricette. Ancora oggi diversi monasteri italiani preparano questi liquori benefici con ricette tramandate dai loro predecessori e tenute assolutamente segrete. Uno dei più famosi è quello di Monte Senario, vicino Firenze, dove viene prodotto l’amaro d’Abate, preparato con gli estratti dei pini che circondano il monastero, tutto ciò dona a questo particolare amaro un forte sapore di bosco e un pregnante aroma di pino.
Fino alla fine della seconda guerra mondiale gli amari continuarono ad essere prodotti esclusivamente nei monasteri o in casa con ricette tramandate di generazione in generazione. A quel tempo, infatti, era quasi impossibile che in una cucina italiana non vi fosse una bottiglia di amaro o di brandy per gli ospiti, soprattutto durante il periodo delle feste. Uno degli amari fatti in casa più famosi in Italia è il centoerbe, che viene fatto risalire a Plinio il Vecchio. Il centoerbe è un infuso di vari tipi di erbe: salvia, rosmarino, lauro, basilico e limone, con aggiunta di bacche di ginepro, fiori di camomilla e cannella. A fine pasto il centoerbe era obbligatorio per tutti, esclusi i bambini, e da allora l’amaro è diventato il digestivo per eccellenza.
Oggi ogni regione italiana ha il suo amaro tipico in base alle erbe, le piante e gli alberi che crescono in zona. La produzione, però, si è pian piano spostata dai monasteri e dalle case alle industrie. Ad ogni modo anche le maggiori marche di amari italiani: Averna, Fernet-Branca, Montenegro, Lucano e Ramazzotti hanno iniziato la loro produzione in piccole imprese familiari che sono pian piano cresciute e si sono affermate su tutto il mercato internazionale. Il Fernet, ad esempio, nasce a Milano nel 1845 e il suo nome deriva dal fisico Dr. Fernet la cui ricetta segreta fu poi perfezionata dai fratelli Branca. La sua famosa etichetta caratterizzata da un aquila su un globo è ormai nota in tutto il mondo.
Secondo i dipendenti del Bar Rionzo, di fronte al Partenone, il digestivo più popolare in Italia è l’Amaro Averna, che era l’amaro preferito dal re d’Italia nel XIX secolo, per questo motivo sull’etichetta compare il blasone dei Savoia. L’Averna è un amaro siciliano, per la precisione viene prodotto a Caltanisetta, dal 1868. Il suo sapore è meno forte rispetto agli altri amari e anche i reali effetti digestivi sono più blandi. Ancora più leggero rispetto all’Averna è l’amaro di Bologna Montenegro, che il poeta Gabriele D’Annunzio definì “il liquore delle virtù” proprio a causa dell’aroma delicato, il colore dorato e il gusto dolciastro.
Nel Libro Vini d’Italia Luigi Veronelli scrive che l’amaro dovrebbe essere preso secco o in alternativa alternato con acqua ghiacciata in quanto l’amaro “deve essere prima accarezzato con lo sguardo, poi con le labbra infine con la lingua, senza fretta, in piccoli sorsi, come se fosse qualcosa di raro e prezioso che una rapida sorsata potrebbe distruggere”. Sempre secondo Veronelli sorseggiare con calma l’amaro dopo il pasto è un piacevole momento di abbandono che lo rende ancora più soddisfacente.
Come abbiamo visto gli amari sono tutti a base di erbe o estratti vegetali vari e il loro sapore e il loro grado di efficacia digestiva varia molto a seconda del tipo di erba utilizzata. Anche il grado di “amarezza” varia a seconda della quantità di zucchero utilizzata, per queste ragioni a volte questo particolare digestivo cambia nome a seconda della sua consistenza. Il termine amaro è quello più generico ed indica appunto tutti i liquori alcolici aromatici e dal gusto amarognolo. Poi vi è la tipologia fernet, che è quella più efficace a livello digestivo ed ha una gradazione molto più alta. Il rabarbaro, invece, vista la dolcezza della pianta con cui è fatto ha un sapore più delicato e gradevole. Infine vi è l’elisir, che viene preparato per infusione e miscelato direttamente con l’alcol.
Ma vediamo i diversi tipi di erbe utilizzati per capire quanti tipi di amari possiamo trovare in commercio
Aloe: l’estratto di questa tipica pianta tropicale, molto usata anche per la cosmesi, è molto amaro ed oltre ad essere molto efficace a livello digestivo è utilizzato anche come purgante vero e proprio;
Anice: questa pianta è molto ricercata per le proprietà aromatiche inconfondibili ed estremamente gradevoli. Gli oli essenziali che se ne ricavano stimolano i centri nervosi e l’attività intestinale;
Arancio amaro: anche questo è molto ricercato per il l’aroma e viene ricavato dalla buccia delle arance.
Assenzio: questo è molto raro da trovare in quanto a causa delle sue proprietà velenose (può provocare convulsioni, tremori e vertigini) è limitato dalla legge, perciò non si possono vendere liquori a base di assenzio, se non in piccolissime dosi nel vermouth;
Calamo aromatico: anche in questo caso la legge ne limita l’uso a causa della sua tossicità.
Camomilla: oltre ad essere notoriamente usato come calmante è anche un ottimo principio di amaro;
China: la chinina, principio attivo ricavato dalla corteccia della pianta di china, è considerato un veleno, ma unito a determinati farmaci funge da analgesico e permette di abbassare la temperatura corporea. E’ ottimo per l’amaro grazie all’alto livello amaricante;
Genziana: molto usata per il suo sapore amaro, viene estratta direttamente dalle radici della pianta;
Liquirizia: molto più famoso ed utilizzato rispetto a tutti gli altri non ha però lo stesso valore digestivo ma viene usato per lo più come dolcificante;
Menta: dall’aroma inconfondibile ha vari utilizzi, non solo a livello alcolico;
Digestivi
Ma cosa rende gli amari digestivi? Saranno davvero le erbe utilizzate? Ma se un tempo questi liquori erano più naturali, in quanto “fatti in casa”, oggi vengono usati sempre più degli estratti naturali, ma l’effetto digestivo permane. La risposta è che il vero artefice della buona digestione è l’alcol. Infatti, mentre l’amaro in sé funziona grazie alla leggera irritazione provocata all’intestino che si mette quindi in moto e al reflusso causato dall’amarezza che comporta salivazione e aumento dei succhi gastrici, l’alcol, oltre a quest’ultima azione, elimina anche il senso di pesantezza e “pienezza” tipico di un dopo banchetto, in quanto agisce sul sistema nervoso.
Nonostante ciò bisogna sempre ricordare che l’amaro è comunque alcolico, alcuni arrivano addirittura al 45%, mentre in realtà il massimo tollerato sarebbe il 30%, e di conseguenza non possono essere considerati salutari. Innanzitutto molti di loro contengono parecchio zucchero, quindi anche se ci sembra di aver “digerito” il nostro pasto in realtà non abbiamo fatto altro che aggiungere calorie a quelle già assunte.
Inoltre, l’uso deve sempre essere moderato se poi ci si deve mettere alla guida. Addirittura vi sono alcuni amari che dichiarano di non avere nessuna gradazione alcolica e di essere solo a base di estratti di erbe, ma spesso la fermentazione delle stesse erbe produce un minimo di gradazione alcolica, quindi attenti a non esagerare con le dosi. L’unico amaro per cui ne è stata accertata la garanzia medicinale, venduto quindi in farmacia, è l’Amaro Medicinale Giuliani, con solo il 7% di gradazione alcolica e con estratti di rabarbaro, genziana e altre erbe.
Inoltre, nonostante il senso comune voglia le cose naturali, preparate in casa, più salutari rispetto a quelle prodotte in fabbrica, in questo caso vi è un’eccezione. Infatti, per le produzioni industriali difficilmente si usano i veri estratti delle piante ottenuti per infusione, ma semplicemente degli aromi naturali che sono più stabili e si mantengono inalterati nel tempo. Gli infusi “nostrani”, invece, uniti all’alcol, rischiano di alterarsi e diventare anche tossici con il passare del tempo, in quanto continuano a fermentare senza controllo.
Migliori Amari
Jefferson Amaro Importante
Non è mai facile scegliere un amaro, ma ci sono certe etichette che sanno come mettere d’accordo tutti gli appassionati. Jefferson Amaro Importante è uno di questi, al punto che può essere definito come un autentico classico nel settore dei distillati. Risulta essere una questione di fascino del marchio e di sapore, senza ombra di dubbio, ma anche di storia, spesso decisiva nella scelta degli amari.
Risulta essere una regola che vale anche per Jefferson Amaro Importante, che può vantare dei trascorsi unici. Le sue origini risalgono al 1871, da una ricetta creata personalmente dal capitano Jefferson, passato alla storia per un nubifragio che colpì la sua nave nei pressi delle coste calabresi
Jefferson trovò rifugio presso il Vecchio Magazzino Doganale, e fu qui che iniziò questa lunga e affascinante avventura. Verrebbe da dire importante di nome e di fatto, visto che l’Amaro in questione possiede delle caratteristiche uniche.
Per prima cosa, ci troviamo davanti ad un liquore dal sentore mediterraneo, un distillato più volte premiato come il migliore al mondo. In secondo luogo, la ricetta è rimasta quasi invariata, e questo dona ovviamente un significato particolare all’acquisto, dato che è come tornare indietro nel tempo. La bottiglia in questione, da 70 cl, ha una formula che include alcuni ingredienti speciali, come il bergamotto, le arance, il rosmarino e l’origano.
La qualità è assolutamente indiscussa, così come il suo gusto pieno, e infatti Jefferson Amaro Importante è praticamente privo di qualsiasi difetto. Al contrario, abbonda di note positive, come il prezzo conveniente e l’origine degli ingredienti. Inoltre, si tratta di un amaro che possiamo gustare anche freddo, e non solo a temperatura ambiente. Come se non bastasse già questo, Jefferson Amaro Importante ha un fascino tale da renderlo perfetto anche come dono.
- Aroma vigroso con note agrumate, piacevole parte amaricante, erbe e profumi; gusto: il palato segue le note agrumate ed erbacee del naso; fianle elegante e delicato
- Gusto mediterraneo apprezzabile sia a temperatura ambiente sia fresco
- Originale in miscelazione nei grandi classici, quali l’americano, il martinez e il boulevardier, in sostituzione del vermut
- 2018 miglior liquore al mondo dall’associazione World Liqueur Awards
Amaro Montenegro
Giù il cappello davanti ad un’etichetta che non è una semplice etichetta, ma un’autentica istituzione in Italia e nel mondo. Parliamo del famoso Amaro Montenegro, quello dal sapore vero, una qualità che va oltre il semplice ruolo di slogan pubblicitario.
Questa bottiglia, infatti, può vantare una schiera di appassionati davvero folta e un fascino dovuto ovviamente alle sue caratteristiche di spicco. Tra le principali troviamo la ricetta, ancora oggi un vero e proprio mistero e quindi unica al mondo, con il suo straordinario misto di 40 erbe aromatiche diverse, provenienti da tutto il globo.
Naturalmente ci si trova davanti ad una produzione artigianale, dalla bollitura fino ad arrivare alle operazioni di distillazione, frutto dell’esperienza italiana.
Al palato, Amaro Montenegro presenta 7 note aromatiche diverse, bilanciate in maniera magistrale, che riescono ad esaltarsi a vicenda. Risulta essere proprio il gusto a dare una prova concreta della particolarità di questo liquore, che riesce nell’impresa di unire sia il dolce che l’amaro. Può essere bevuto in qualsiasi stagione dell’anno, anche in estate, magari servendolo in un bicchiere con ghiaccio. Oppure a temperatura ambiente, a seconda dei gusti di chi lo beve.
Non possiamo poi non fare un accesso alla sua storia, che non ha nulla da invidiare agli amari più famosi al mondo. Amaro Montenegro viene ideato infatti a Bologna, nel lontano 1885, come omaggio alla regina d’Italia Elena del Montenegro, da parte di Stanislao Cobianchi. Una storia letteralmente regale, che ancora oggi ammanta di fascino questa etichetta, al punto che persino Gabriele D’Annunzio non poté esimersi dal lodare l’Amaro Montenegro. Liscio o con ghiaccio poco importa, perché il Montenegro piace proprio a tutti gli italiani.
- Amaro Montenegro, dal 1885 icona della tradizione liquoristica italiana
- La ricetta di Amaro Montenegro prevede l’utilizzo di 40 erbe aromatiche e un complesso procedimento di estrazione e miscelazione che rendono il prodotto unico e inimitabile
- Una volta giunte in officina erboristica, le erbe aromatiche selezionate passano attraverso tre principali modalità di estrazione: bollitura, macerazione e distillazione
- Da questo lungo e articolato processo, si ottengono dodici essenze madre le quali, sapientemente miscelate, danno vita alle sei note aromatiche che caratterizzano il prodotto
- L’ultima nota, nonché la più importante, è il "premio", risultato della micro-distillazione di cinque erbe aromatiche che sugella la perfetta sinfonia degli aromi
Vecchio Amaro Del Capo Riserva del Centenario
Dato che stiamo parlando dei migliori amari italiani, allora dobbiamo per forza dedicare uno spazio speciale al Vecchio Amaro Del Capo Riserva del Centenario. Nonostante si tratti di una delle distillerie tricolori più recenti, con data di fondazione 1915, Caffo è riuscita a inserirsi nel mercato degli amari.Non a caso, moltissime persone lo comprano non solo per gustarselo, ma anche per regalarlo durante gli eventi e le feste più importanti.
Oltre un secolo di vittorie, dovute anche al fatto che la ricetta non ha subito un solo cambiamento negli ultimi 105 anni. Ancora oggi, infatti, il Vecchio Amaro Del Capo stupisce per via delle sue note aromatiche e speziate, ancora più forti e marcate in questa edizione a tiratura limitata. Tra i grandi classici del distillato troviamo l’acquavite di vino pregiato, mentre l’invecchiamento in botti di rovere aggiunge una nota speciale al tutto. Naturalmente parliamo di un amaro prodotto artigianalmente, in ogni sua fase, con una serie di ingredienti provenienti esclusivamente dalla Calabria, tra cui fiori, frutti ed erbette.
Questa Riserva del Centenario viene venduta in una bottiglia da 70 cl, ha un gusto molto sobrio ed equilibrato al palato, e per questo si consiglia di gustarla fredda, se non addirittura ghiacciata.
Il prezzo è al di sopra della media, ma non di molto, mentre il prestigio dell’edizione limitata lo rende un dono perfetto da fare ad una persona cara. In secondo luogo, si tratta di un pezzo impossibile da non inserire nella tua collezione, se sei un appassionato dei distillati speciali.
- Anniversario Speciale: Vecchio Amaro del Capo Riserva del Centenario è un dono unico per celebrare i 100 anni della Distilleria Caffo.
- Edizione Limitata e Numerata: Lanciato nel 2015, questo liquore è prodotto in quantità limitata, con ogni bottiglia numerata e caratterizzata da un design studiato appositamente, rendendole uniche e irripetibili.
- Metodo di Produzione Artigianale: La Riserva è frutto di un lungo processo artigianale, con erbe, fiori e frutti calabresi infusi seguendo antiche tecniche, combinati con acquaviti di vino invecchiate in botti di rovere di Slavonia fino a 50 anni.
- Aromi Intensi e Affinamento: Con un intenso colore ambrato, il liquore offre aromi di agrumi, frutta candita, zafferano, con note di cannella, liquirizia e vaniglia. Il prodotto subisce ulteriore affinamento in botti di rovere per massimizzare l'armonia degli ingredienti.
- Riconoscimenti Internazionali: Vecchio Amaro del Capo Riserva del Centenario ha ottenuto la Grand Gold Medal al Concorso Mondiale Spirits Selection di Bruxelles nel 2016, confermandosi come il miglior liquore d’erbe al mondo. Si consiglia di gustarlo a temperatura ambiente per un'esperienza completa.
Centerba Toro Forte
Risulta essere possibile portarsi a casa un ottimo amaro e al tempo stesso spendere poco grazie a Centerba Toro Forte.
Si parte dal design, con una confezione che strizza l’occhio al classico, data la presenza dell’impagliatura intorno alla bottiglia. Non è una delle etichette più famose a livello mondiale, ma la distilleria abruzzese Toro sta conquistando le attenzioni degli esperti e del pubblico più appassionato. Risulta essere anche una delle cantine più antiche, considerando che Enrico Toro la fondò nel 1817.
Il pregio della Centerba Toro Forte deriva proprio dal mestiere di Enrico, farmacista e speziale, che ebbe appunto l’intuizione di rielaborare un’antichissima ricetta. Si dice infatti che la ricetta derivi da una bevanda dei monaci benedettini, risalente al 1100. Per quanto riguarda gli ingredienti, si usano soltanto spezie ed erbe che crescono in modo spontaneo nei pressi delle montagne Morrone e Maiella.
La produzione è del tutto artigianale, e ancora oggi gli ingredienti del Centerba Toro Forte vengono macerati in grandi quantità di alcool. Inoltre, chi vuole può acquistare diverse versioni, che cambiano soltanto per la quantità, data la disponibilità delle bottiglie da 20 cl, 50 cl e 70 cl.
Il gusto è davvero unico nel suo genere, il Centerba Toro Forte, infatti, presenta delle note speziate che parlano la lingua dell’Abruzzo, di altissima qualità. Il consiglio è di gustarlo ghiacciato, per poterne esaltare il sapore. Un sapore che è frutto di una ricetta ancora oggi custodita gelosamente dalla famiglia Toro.
- Gradazione alcolica 70 % Vol
- Volume del liquido 70 ml
- Di alta qualità
- Volume: 700 ml
- Gradazione: 24%
Amari più Venduti Online
In conclusione mettiamo a disposizione una lista degli amari più venduti online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti che si trovano nell’elenco è possibile leggere le opinioni e i commenti dei clienti.