Oggi vediamo come scegliere il migliore spumante, analizzando quali sono i prodotti disponibili sul mercato.
Lo spumante è uno dei prodotti italiani più famosi ed esportati all’estero. Nel corso dei secoli ha avuto un’evoluzione nel processo di produzione; attraverso questa mia guida vi illustrerò la storia e le informazioni principali su questa bevanda alcolica e i metodi più utilizzati per la sua produzione.
Caratteristiche
Oggi lo spumante è una bevanda alcolica fortemente consumata sia qui in Italia ma anche all’estero. E’ una tipologia di vino piuttosto particolare che si distingue dagli altri per il fatto che solitamente alla sua apertura fuoriescono delle bollicine. Proprio questa caratteristica rende unico lo spumante; c’è comunque da specificare che queste bollicine sono dovute ad una reazione chimica ottenuta attraverso l’anidride carbonica presente all’interno della bottiglia. Oggi lo spumante può essere considerato come la bevanda alcolica tipica dei festeggiamenti; basti pensare che lo troviamo sempre durante i compleanni, le feste, a capodanno, e qualche volta pure nelle premiazioni di sport quali automobilismo, motociclismo e ciclismo.
Quindi possiamo senz’altro affermare che lo spumante è uno dei vini più famosi ed in alcuni casi più pregiati che ci siamo. Lo spumante è un vino che viene sempre distribuito all’interno di bottiglie di vetro chiuse ermeticamente attraverso dei tappi di sughero o, come avvenuto recentemente, attraverso tappi di plastica. In relazione alla casa che produce lo spumante, questi presenta dei prezzi differenti; infatti gli spumanti “DOC”, ossia “ di origine controllata” costano molto di più rispetto agli spumanti normali. Questo perché vengono usate dei tipi di uva pregiati e vengono effettuate degli attenti controlli durante la fase di lavorazione del vino. Ma spiegheremo il tutto meglio successivamente.
Per il momento possiamo constatare che oggi questa tipologia di vino è molto apprezzata anche negli altri paesi, tanto da essere uno dei prodotti italiani più esportati all’estero; basti pensare che in questi primi mesi del 2007 le esportazioni degli spumanti italiani sono andate aumentando soprattutto per quanto riguarda gli USA e la Germania. Questo comunque non deve sembrare una novità in quanto già in passato si è riusciti a constatare che “lo spumante italiano ha battuto lo champagne francese per quanto riguarda la conquista dei nuovi mercati europei e mondiali”.
Origini
Per molto tempo si è pensato che lo spumante fosse stato prodotto per la prima volta dai francesi, visto anche il fatto che i nostri cugini d’oltralpe avevano già creato lo Champagne. Tuttavia questo è errato infatti esistono esempi di spumante già all’epoca dell’impero romano , dove veniva bevuta una bibita alcolica frizzante che emetteva bollicine; certo non si trattava dello spumante di oggi ma potremmo dire che si trattasse del suo precursore. Durante l’epoca romana per la produzione di questa bevanda spumeggiante veniva fatto fermentare il mosto con tecniche molto simili a quelle che ancora oggi vengono utilizzate per la produzione dell’odierno spumante.
Tuttavia col passare dei secoli si è reso necessario una preparazione più accurata di questa bevanda in modo da migliorarne la qualità e il gusto; sia nel il medioevo che durante il rinascimento, la produzione di questa bevanda andò avanti facendo ottenere sempre più rinomanza. Si afferma che proprio durante il Rinascimento sia stato “ coniato” il termine spumante, proprio ad indicare questa bevanda frizzante che alla sua apertura produceva delle bollicine. Per la sua produzione cominciarono ad essere utilizzate diversi tipi di uva, che permettevano di ottenere delle varianti della bevanda, in modo da poter venire incontro alle esigenze delle persone; la tecnica usata era sempre la stessa attraverso la fermentazione dei mosti.
Si arriva così al XVII secolo, in cui possiamo ritrovare un soggetto molto importante: il frate Don Pèrignon, famoso per aver inventato lo Champagne, vino anch’esso frizzante che prendeva il nome dall’omonima regione francese. La Figura di Don Pèrignon è importante anche per quanto riguarda lo spumante, in quanto è lui ad aver inventato il metodo della rifermentazione nelle bottiglie, fondamentale per quanto riguarda anche la produzione della nostra bevanda. In ogni modo le origini dello spumante possono quindi ricercarsi già in tempi antichi. Tuttavia è a partire dalla metà del XIX secolo che nascono le prime industrie italiane produttrici di spumante, che operano tutt’oggi.
Produzione
La produzione dello spumante è una procedura piuttosto standardizzata; essa si compone di diverse fasi:
Innanzitutto bisogna individuare quali uve saranno utilizzate per la produzione dello spumante. La scelta è piuttosto ampia in quanto possono esserne usate diversi tipi in modo da poter ottenere diverse varianti di spumante. In ogni modo la scelta dell’uva è molto importante, anche per determinare il sapore della bevanda. Le uve che possono essere utilizzate sono il Pinot Bianco, il Pinot Nero, il Pinot Grigio ma soprattutto quello più utilizzato è il Chardonnay. Comunque l’utilizzo di un’uva piuttosto che un’altra dipende anche dal metodo che viene utilizzato per la produzione dello spumante. Vedremo successivamente quali sono i metodi utilizzati.
Dopo aver scelto l’uva da utilizzare si passa alla fase della raccolta dei grappoli e alla loro spremuta e successivamente alla fermentazione fino ad ottenere il vino vero e proprio che sarà utilizzato per la produzione dello spumante. Quindi diciamo che in questa seconda fase si applica lo stesso processo utilizzato per la normale produzione del vino.
Una volta prodotto il vino potemmo dire “grezzo”, si passa alla fase successiva nel quale questo viene lavorato attraverso l’inserimento di sostanze dolci e di lieviti per favorire la fermentazione del vino.
Subito dopo si passa alla fase di imbottigliamento del vino, in cui questi viene inserito all’interno di bottiglie di vetro, chiuse a tenuta stagna con tappi di plastica, e lasciato in cantina per un paio di mesi. Durante questa fase aumenta di circa 6 atmosfere la pressione all’interno delle bottiglie; questa è fondamentale per ottenere le famigerate bollicine per cui è famoso lo spumante.
Queste sono le fasi generali che riguardano la produzione dello spumante. Andremo ora a mostrare quelli che sono i due metodi più utilizzati per quanto riguarda la produzione, ossia
-Metodo Charmat
-Metodo Champenoise
Metodo Charmat
Questo che vediamo è uno dei due metodi che principalmente vengono utilizzati nella produzione dello spumante. Questo è chiamato pure metodo Martinetti, in onore del suo inventore. Martinetti era il direttore dell’Istituto di Enologia, sito ad Asti che alla fine del XIX secolo ideò la rifermentazione del vino effettuata all’interno di enormi recipienti di acciaio pressurizzati; tuttavia questi non brevettò questo metodo, cosa che invece fece il francese Chamat ( per questo il metodo si chiama in questo modo).
Questo metodo prevede la rifermentazione del vino;il vino “base” dopo essere stato fermentato e mescolato a zucchero e lieviti viene rifermentato all’interno di questi grossi recipienti dove personale addetto ne controlla passo passo l’andamento. All’interno di questi recipienti si ha una pressione di 6 atmosfere e dopo che si è fatto fermentare lo si fa raffreddare. Poi il vino fermentato viene trasferito in un altro recipiente dove verranno filtrate eventuali impurità; fatto questo sarà imbottigliato e lasciato in cantina per circa 9 mesi. Tuttavia i tempi di “riposo” del vino possono essere anche più brevi.
Questo metodo di lavorazione del vino è più veloce rispetto al metodo champenoise ; infatti permette un più rapido sviluppo della spuma all’interno di questi grandi recipienti e quindi permette di ridurre anche i tempi di risposta agli ordini dei clienti. Attraverso questo metodo è possibile ottenere sia vini dolci che secchi. Il tempo medio di fermentazione del vino con questo metodo va dai 30 giorni, nel caso in cui si disponga di attrezzature all’avanguardia, fino agli 80 giorni. Questo metodo è molto usato anche per il fatto che grazie ad esso oltre a ridurre il tempo di fermentazione del vino, si riducono anche i costi sostenuti dall’azienda per il processo. Questo metodo è oggi molto utilizzato soprattutto per quanto riguarda gli spumanti ricavati dall’uso dello Chardonnay.
Metodo Champenoise
E’ detto pure “ metodo classico “ ed è l’altro procedimento che viene utilizzato per a produzione dello spumante. Consiste come il precedente nella rifermentazione del vino che però viene fatta all’interno di bottiglie di vetro, a differenza invece del primo che viene fatta nei recipienti. Anche attraverso l’utilizzo di questo metodo al vino “base” vengono aggiunti degli zuccheri e dei lieviti durante la fermentazione ma è un metodo che comporta anche dei costi maggiori derivanti dal fatto che c’è un maggior lavoro manuale a differenza del metodo Charmat dove invece il lavoro viene svolto da una o più macchine.
In ogni modo, come abbiamo detto la fermentazione viene fatta attraverso l’uso di bottiglie dove, durante il processo, all’interno si viene a formare dell’anidride carbonica che permette di attere le bollicine all’apertura della stessa. Come per il primo metodo, le bottiglie vengono messe in cantina per vari mesi durante i quali lo zucchero immesso nel vino si trasforma in anidride carbonica; il periodo di “riposo” viene scelto arbitrariamente dal produttore ma ovviamente maggiore sarà il tempo migliore sarà la qualità del vino ottenuto. Durante questo lasso di tempo si cerca anche di eliminare le impurità del vino che si andranno a depositare sul collo della bottiglia, in quanto queste si troveranno in una posizione tale che il fondo della bottiglia si troverà più in alto rispetto al collo.
Una volta passato questo periodo si procederà alla fasi successive tra cui la più importante è sicuramente l’eliminazione dei residui del vino accumulati vicino al tappo attraverso un procedimento che congelerà quella parte di vino che contiene questi residui; attraverso un processo meccanico poi questa parte di vino congelata sarà tolta dalla bottiglia (questa fase si chiama “ sboccatura ”).
Vengono svolte poi altre attività tra cui l’affinamento del vino la rotazione della bottiglia, l’aggiunta dello sciroppo di dosaggio per sopperire a quella parte di vino eliminata con la sboccatura, e la tappatura in cui tutte le bottiglie vengono chiuse con dei tappi di sughero. Fatto questo finalmente lo spumante potrà essere immesso sul mercato per essere acquistato dai clienti, non prima però di averlo etichettato con i colori e marchi dell’azienda che l’ha prodotto.
Degustazione
Nella degustazione dello spumante vengono effettuati degli esami particolari da parte degli esperti. Inizialmente viene effettuato un esame visivo, attraverso il quale si osserva il colore dello spumante che solitamente è bianco, anche se esistono delle eccezioni come il Brachetto, che è un vino spumante di colore rosso. In ogni modo nella stragrande maggioranza dei casi il colore e bianco.
Ci si potrebbe chiedere allora in cosa consiste questo esame se tutti gli spumanti sono bianchi; in effetti a seconda dell’uva che viene utilizzata, si possono distinguere diverse “ sfumature “ di bianco, anche se magari agli occhi nostri sembrano tutti uguali. Successivamente si prendono in considerazione anche la limpidezza dello spumante, attraverso dei raggi di sole che vengono proiettati sullo stesso. Dopo si può passare ad un esame gustativo, in cui si prendono in considerazione il gusto e gli aromi presenti nello spumante. Per quanto concerne il gusto, come abbiamo già detto, ha un ruolo fondamentale l’anidride carbonica che va a compensare, con la sua acidità,il gusto dolce dato allo spumante dall’aggiunta del “liqueur d’expedition”; in mancanza dell’acidità data dall’anidride carbonica, lo spumante risulterebbe troppo dolce e non avrebbe il sapore un po’ aspro che oggi possiamo gustare. In ogni modo i produttori degli spumanti stanno molto attenti a evitare che l’acidità data dall’anidride carbonica sia eccessiva, altrimenti la bevanda diventerebbe imbevibile.
La degustazione viene fatta dagli esperti mettendo dello spumante in bocca e agitandolo in modo da percepire gli aromi che questo presenta. Un ulteriore esame è quello olfattivo (il famoso esame “a naso“) in cui si prenderà in considerazione il profumo emanato dallo spumante e l’eventuale mancanza o presenza di odori sgradevoli. Una volta effettuati questi esami si da una valutazione dello spumante, molto importante per quanto riguarda gli amanti di questa bevanda. Oggi comunque esistono diverse case che producono spumanti; alcune più antiche, le quali hanno una lunga tradizione, altre più recenti. Oggi lo spumante è uno dei prodotti italiani più apprezzati all’estero e i dati statistici non fanno altro che confermare l’enorme consumo di questa bevanda alcolica in altri paesi sia europei sia del resto del mondo.
Spumanti più Venduti Online
In conclusione mettiamo a disposizione una lista degli spumanti più venduti online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti che si trovano nell’elenco è possibile leggere le opinioni e i commenti dei clienti.