Oggi vediamo come scegliere il migliore vino biologico, analizzando quali sono i prodotti disponibili sul mercato.
Per centinaia di anni la coltura della vite e la produzione del vino si sono svolti con modalità simili ed è solo negli ultimi sessant’anni che la produzione industriale su larga scala ha introdotto delle sostanziali modifiche nell’intero ciclo di produzione, dalla vite al prodotto pronto per essere servito a tavola. Un’inversione di tendenza generalizzata è rappresentata dall’agricoltura biologica che si riappropria dei ritmi e degli strumenti naturali limitando al massimo le interferenze di additivi e fertilizzanti sintetici. Questa breve panoramica ci introdurrà nel mondo dell’ uva biologica e del suo prezioso derivato, il vino.
“L’uomo è quello che mangia”- è quanto sosteneva il filosofo Feuerbach alla fine del XIX secolo. Questa massima sembra essere stata ripresa e assimilata dalle società postindustriali degli ultimi anni che mostrano sempre maggiore sensibilità e interesse sul rapporto che intercorre tra ambiente, alimentazione e salute. L’idea è quella che la qualità di un prodotto alimentare si misuri in base ad una serie di fattori ambientali, tra cui, principalmente, l’adozione di tecniche di coltivazione che tengano conto della salvaguardia della pianta e dell’ambiente in cui nasce e si sviluppa.
Questo modus operandi che si oppone nettamente al concetto di produzione industriale intensiva viene definito “biologico”; se il primo ha come priorità assoluta la quantità, per il secondo tutto ruota intorno alla qualità. Ma quali sono i parametri che definiscono la qualità di un prodotto biologico? Pochi ma privilegiati: utilizzo di fertilizzanti naturali, messa al bando di OGM, rotazione delle colture, rispetto delle biodiversità e della naturale vocazione agricola di quel tipo di terreno. Tutto questo, all’atto pratico, si traduce in un recupero di quelle modalità di coltivazione appartenenti al mondo contadino tradizionale.
Caratteristiche del Vino Biologico
Tra i prodotti da tavola il vino figura come oggetto di particolare attenzione da parte di produttori e consumatori poichè alimento di spicco della tradizione alimentare mediterranea, ed italiana in particolare. L’accezione di “biologico” si riferisce in realtà alla produzione dell’uva così come viene sancito nel regolamento europeo 2092/91, compreso nella più ampia definizione di “agricoltura biologica”. Ma quali sono le caratteristiche che differenziano il vino biologico da quello non biologico?
Innanzitutto il trattamento antiparassitario dei vigneti: mentre per le coltivazioni che non si adeguano ai dettami biologici vengono utilizzate sostanze sintetizzate chimicamente, quali pesticidi e fitofarmaci, nell’altro caso si adoperano esclusivamente fitoterapici e prodotti naturali quali zolfo e rame. Ma queste pratiche che riguardano nello specifico il vigneto vengono sempre più spesso integrate in un tipo di agricoltura che prevede la fertilizzazione del terreno con materiale organico e ottenuto dalla macerazione di erbe officinali, i quali si trasformano in humus. Tale pratica è definita “biodinamica” e affonda le sue radici in una interpretazione della natura in chiave filosofica, all’interno della quale la terra e la vita vegetale e animale sono inscindibilmente legati in un unico e complesso ecosistema. Ogni processo è strettamente legato all’ambiente che lo circonda, e, in questo caso, come l’acino alla vite così la vite alla terra.
Un’altra peculiarità del vino biologico è l’assenza di solfiti e di lieviti della fermentazione. I solfiti seppur tossici vengono tollerati per legge in minime quantità e vengono aggiunti al mosto per le loro proprietà antisettiche e antiossidanti che mantengono inalterato l’aroma inconfondibile del vino. Ma per farne a meno ancora una volta viene in soccorso la natura: sono infatti sostituibili con elementi ricavati dalle bucce dell’uva e dalla vitamina C. Niente, comunque, giova alla riuscita e alla gradevolezza del vino quanto un’uva sana e matura. E questo gli agricoltori biologici lo sanno bene. In ultimo, una grande importanza spetta alla fase della raccolta dell’uva e a quella successiva della pigiatura. La raccolta avviene manualmente dove si procede ad una accurata selezione degli acini e disposte non in grandi quantità nelle cassette, così da evitare la pressione degli acini con fuoriuscita di liquidi ed eventuale fermentazione.
Seppure la procedura biologica espone i produttori ad un rischio maggiore per quel che riguarda le rese della viticoltura, essendo il vigneto esposto a maggiori attacchi esogeni, il risultato è un vino non standardizzato nelle sue qualità gusto-olfattive. Esso, infatti, conserva tutte quelle caratteristiche proprie del territorio in cui l’uva nasce e matura, acquista così un tratto tipico, unico, che lo sottrae dall’anonimato della grande produzione industriale.
Dove si Produce il Vino
Dagli anni ’90 del Novecento in poi si percepisce sempre più la necessità di un ritorno alla natura e ai metodi di coltivazione tradizionali, i quali hanno subìto trasformazioni radicali con il boom economico degli anni ’50, attraverso l’introduzione della meccanizzazione agricola e la nascita di una forte industria alimentare. In Italia si assiste ad un crescendo delle coltivazioni biologiche dal 1994 al 2001, anno in cui si tocca il picco massimo per estensione di terreni con vigneti biologici. Questa conversione al biologico fu favorita anche dagli incentivi statali con i Piani di Sviluppo Rurale; in seguito la crisi economica e la riduzione degli incentivi hanno determinato una flessione dei campi destinati al viticoltura biologica. (Ricordiamo infatti che questo tipo di coltivazione è più costosa ed espone maggiormente il produttore sotto il profilo economico!). Tuttavia nel 2004 si contavano circa un milione di ettari di superfici vitate biologiche con oltre 30000 terreni “convertiti” dall’agricoltura ordinaria; le regioni che dedicano più “spazio” a questo tipo di viticoltura sono Sicilia, Toscana, Puglia, Abruzzo, Emilia e Marche.
Infine, dove possiamo degustarlo?
Risulta essere sempre più frequente che la sponsorizzazione di un territorio sia affidata alla degustazione di prodotti autoctoni, all’interno di fiere, sagre, eventi. Il vino si accompagna spesso ad altri prodotti tipici della tradizione locale e come questi porta l’impronta e il marchio del territorio in cui nasce. E’ possibile reperire su internet e su riviste di settore un’ampia guida di cantine, vinerie, pub e ristoranti di tutta Italia dove degustare il vino in base a gusti ed esigenze.
Come Scegliere il Vino Biologico
La risposta del mercato, dinanzi a consumatori sempre più attenti a ciò che comprano, è l’immissione di un gran numero di prodotti che almeno in apparenza ripropongono quelle caratteristiche “appetibili” per un consumatore esigente. E’ bene dunque conoscere pochi ma essenziali parametri in base ai quali valutare, al momento dell’acquisto, la “biologicità” del vino che si sta scegliendo. Le uve che si prestano meglio ad un tipo di coltivazione biologica sono quelle che hanno minor probabilità di essere attaccate da funghi e batteri, quindi sono favorite le uve che nascono in un ambiente più caldo, poiché una maturazione che avviene in tempi brevi diminuisce l’incidenza di parassiti dannosi per la vite. Per lo stesso motivo un’altra caratteristica di prevenzione è rappresentata dallo spessore della buccia che ricopre l’acino, il quale fa da “scudo” contro gli attacchi parassitari. Inoltre è sempre preferibile scegliere uve che provengono da un terreno adatto a quel tipo di coltivazione, ossia prodotte in un ambiente naturalmente predisposto per condizioni climatiche e peculiarità costitutive del suolo.
In base a queste indicazioni, sicuramente orientative ma generiche, è possibile individuare quei tipi di vigneti che meglio si prestano ad una coltivazione biologica, tra questi troviamo: Falanghina, Verdesca, Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negramaro; solo per citarne alcuni. Per orientare gli appassionati di vini biologici tra la copiosa offerta proveniente dal territorio italiano, è disponibile una Guida ai vini d’Italia biologici. All’interno di questa vengono segnalati i vini più “virtuosi”, attraverso accurate recensioni basate sulle loro qualità organolettiche. Un dato interessante è l’aumento della lista dei vini recensiti rispetto agli anni precedenti, il che testimonia la diffusa e crescente tendenza ad abbandonare le coltivazioni chimiche a favore del rispetto dell’ambiente. E, ovviamente, del gusto.
Vini Biologici più Venduti Online
In conclusione mettiamo a disposizione una lista dei vini biologici più venduti online in questo periodo con il relativo prezzo.
Cliccando sui prodotti che si trovano nell’elenco è possibile leggere le opinioni e i commenti dei clienti.